L'uso degli unguenti, la passione per gli specchi e altre curiosità.
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Venti anni di studi e ricerche nell’area delle tombe etrusche di Macchia della Riserva a Tuscania, rivelano molto di più di quello che siamo abituati a sapere sugli Etruschi. I cinque corredi funebri tra cui molti pezzi inediti esposti per la prima volta a Firenze ci raccontano l’amore per l’estetica e la cura del corpo dell’antica popolazione. Fino al 29 giugno, nella Chiesa di San Jacopo in Campo Corbolini sono esposti i reperti etruschi provenienti dall’area archeologica di Tuscania, tra cui alcuni inediti portati alla luce durante lo scavo della necropoli del Pratino affidato al Camnes, Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies.
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Patrocinata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, la mostra ha l’intento di mettere in luce alcuni aspetti poco conosciuti della società etrusca, attraverso reperti archeologici di assoluto valore storico e culturale, provenienti dall’area archeologica di Macchia della Riserva di Tuscania.
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Uno spazio importante è riservato alla sezione virtuale, curata dagli allievi del Master in Museum Studies di Istituto Lorenzo de’ Medici e Marist College, sotto la guida di Massimiliano Pinucci della MBVision, per un’esperienza multimediale e interattiva alla scoperta delle civiltà etrusca.
Gli scavi delle necropoli etrusche di Macchia della Riserva a Tuscania – Pian delle Rusciare e Podere del Pratino – sono iniziati nel 2005 grazie ad un progetto di ricerca dell’Istituto Lorenzo de’ Medici e Camnes, Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies. Dal 2016 le necropoli sono state inserite in un percorso naturalistico attrezzato realizzato dal Comune di Tuscania e trasformate in aree archeologiche parzialmente aperte al pubblico. Si possono quindi visitare virtualmente, mentre a luglio si può assistere agli scavi in diretta.