● – QUARTIERE EX GESCAL: FORSE ALCUNI PROBLEMI SI POSSONO RISOLVERE CON POCO. - Succede a Tuscania - Toscanella - 2017


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● – QUARTIERE EX GESCAL: FORSE ALCUNI PROBLEMI SI POSSONO RISOLVERE CON POCO.

Pubblicato da in Blog Toscanella ·

Ricevo questa riflessione sul quartiere ex Gescal e pubblico nel mio blog.
 
Buongiorno.
Stamattina, in compagnia di altri esercenti dei negozi del blocco commerciale del quartiere Gescal, ho fatto il solito sopralluogo per controllare che i discendenti che convogliano nella rete fognaria le acque piovane non fossero stati ostruiti dai soliti detriti che causano le solite infiltrazioni nei soffitti dei locali sottostanti. Come al solito.
 
Salendo, i soliti scalini scrostati colonizzati dalle solite erbacce, la solita collezione di cocci di bottiglie, la novità di due tavole di legno e grosse pietre portate da chissà dove, un pezzo di plastica verde sicuramente staccato dal vento da una delle coperture abusive degli scoperti dei locali abbandonati.
 
Le solite domande: chi viene qui, quando, perché, la solita voglia di archiviare nella testa le possibili risposte.
 
Perché alla fine qui sopra è terra di nessuno, un non luogo che si vede solo sulle mappe satellitari, simbolo del naufragio di un progetto forse avveniristico sulla carta ma mai veramente realizzato.
 
Sarei curiosa di trovare uno studio serio su questo quartiere, su come era stato sognato, su come è stato costruito (ci sono storie che sarebbe bello venissero raccolte e raccontate, perché sono storie di impegno e di speranza di una comunità che voleva rinascere dopo la catastrofe del terremoto e ritrovare qui la propria identità crollata).
 
Anni fa, una mostra a Santa Croce realizzata per la fine del corso di fotografia di Scataglini, con foto degne del National Geographic, documentava lo sgretolarsi fisico di questo quartiere e il brulicare di vita (e di vite) che lo popola.
 
In questo anno scolastico, col progetto Gescal StreetArt, i ragazzi delle scuole medie hanno elaborato una serie di murales con i mestieri perduti, non ancora realizzati anche se credo ci sia la volontà di farlo, per dare una continuità fra passato e presente e immaginare un futuro.
 
Questo quartiere potrebbe essere un laboratorio di integrazione e costruzione della società di domani: ci sono spazi ampi, un campo da basket, un'area che potrebbe essere utilizzata come dog park; ci sono le scuole e la chiesa, grandi marciapiedi dove correre e insegnare ai bambini ad andare in bicicletta, portici coperti per fare spesa quando piove.
 
Non so se esiste una soluzione, non riesco francamente neanche a immaginarla, tanto è enorme questo cratere, tanto sarebbero grandi gli investimenti richiesti per il risanamento, tanto sarebbe impossibile vigilare su queste terrazze abbandonate.
 
Posso però immaginare tanti piccoli interventi,
 
  • un parcheggio al posto del grande marciapiede di fronte ai negozi,

  • un dog park regolamentato nel prato quadrato all'inizio del quartiere, già recintato per due lati e senza finestre che vi si affacciano in modo che non disturbi i residenti,

  • un recupero del campo da basket in modo che i ragazzi possano, gratuitamente, farsi due tiri e quattro risate (se fosse liscio, magari anche una pattinata, sono molti i bambini in giro sui pattini ultimamente),

  • una piantumazione di piante rustiche a basso costo e bassa manutenzione in quei due fazzoletti di erbacce all'uscita dei ragazzi delle medie (magari con un progetto di giardinaggio urbano condiviso con genitori o residenti).
 
Posso immaginare una qualche forma di agevolazione all'insediamento di attività produttive (magari startup) ai piani superiori con la collaborazione di enti pubblici.
 
Posso immaginare un volontariato che invogli i ragazzi che vivono qui a interessarsi del quartiere traendone un qualche beneficio, un'attività sportiva o un laboratorio di arte o di scienze (non potete immaginare, io lo so per esperienza, quanto i ragazzi siano entusiasti quando vedono adulti entusiasti che propongono loro queste attività).
 
Vi prego, tutti, di immaginare il potenziale di questo strano posto che sembra uscito da un film di fantascienza, la sera, quando è deserto, e brulica di storie e di persone di giorno, perché è un luogo di vita autentica e non di passaggio che racchiude l'intero spettro delle possibilità di cambiamento, nel bene e nel male.
 
Non so cosa si può fare della Gescal, so solo che magari si potrebbe iniziare a fare.
 
Scrivo questo appello senza critiche e senza aspettative, consapevole dell'impotenza dei singoli, dei vincoli delle istituzioni (burocratici e di bilancio, ne abbiamo parlato con sconforto tante volte insieme ai rappresentanti delle amministrazioni che si sono avvicendate da quando lavoro qui).
 
Il punto, secondo me, è che i grandi interventi sono impossibili, ma i piccoli sono fattibili e possono cambiare tanti piccoli aspetti per migliorare la qualità di vita di questo posto, secondo me, straordinario (nel senso di fuori dell'ordinario, nel bene e nel male).
 
Un grande viaggio comincia da un piccolo passo.
 
Grazie a tutti quelli che avranno la pazienza di leggere, il coraggio di immaginare, la forza di fare.
 
Patrizia Cippotani, medico veterinario



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