• - LE ALLERTE METEREOLOGICHE E LA LEGGE DI MURPHY - Succede a Tuscania - Toscanella - 2019

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• - LE ALLERTE METEREOLOGICHE E LA LEGGE DI MURPHY

Pubblicato da in Renato Bagnoli ·
La storia della “legge di Murphy” risale al 1949, quando un ingegnere aeronautico statunitense, Edward Aloysius Murphy, viene incaricato di verificare la tolleranza del corpo umano all’accelerazione attraverso una serie di esperimenti. Uno di questi prevede che al soggetto siano applicati 16 accelerometri, agganciabili al loro supporto in due modi, uno giusto e uno sbagliato. Sistematicamente, i tecnici incaricati di agganciare i sensori lo fanno nel modo sbagliato.
 
Murphy lo nota e pronuncia la celebre frase: "Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo". Così nasce la "Teoria di Murphy", da cui qualche decennio dopo un autore umoristico americano farà discendere un intero complesso di aforismi con un suo fondamento pseudo-scientifico: “il fatto che un determinato evento spiacevole o negativo sia improbabile non vuol dire che sia impossibile e in realtà si verificherà”.
 
Quanto appena enunciato ha da molti anni ispirato e guidato la sicurezza del volo militare e in seguito quella civile. Poi in molti settori civili si è adottata la stessa filosofia come ad esempio nelle sale operatorie dove si utilizzano liste controlli o la stessa protezione civile nazionale che ha stilato piani di prevenzione e operativi per affrontare tutte le emergenze, catastrofi o calamità che potrebbero verosimilmente accadere.
 
Per la giornata dello scorso 30 gennaio la Protezione Civile della Regione Lazio ha emesso un bollettino Registro Ufficiale U.0072218.29-01-2019 per una allerta meteorologica, codice GIALLO, di tutto il sistema di protezione Civile regionale per i bacini A,B e F.
 
Il comune di Tuscania rientra nel primo. Il bollettino invitava “tutti gli Enti e organizzazioni ad adottare gli adempimenti di competenza, previsti dai rispettivi Piani di Protezione Civile, in relazione alla fase operativa di ATTENZIONE”.
 
Il nostro comune si è dotato di un piano di protezione civile oltre 2 anni fa. All’interno vi sono indicate tutte le procedure operative da attuare e i “tecnici” che dovrebbero supportare il sindaco nelle fasi delle emergenze/calamità che potrebbero verificarsi.
 
Il nostro piano comunale, a seguito di un codice GIALLO, prevede che:
 
  • il sindaco attivi il responsabile di funzione 1 e i presidi territoriali.
  • il responsabile della funzione 1 deve: consultare i capitoli, la cartografia e le tavole degli scenari predefiniti e del piano di emergenza; contattare i responsabili di tutte le altre funzioni di supporto per verificarne l’effettiva disponibilità; stabilire e mantenere i contatti con sindaci dei comuni limitrofi, le strutture operative locali, la Prefettura, Provincia e Regione; comunicare il passaggio allo stato di attivazione SA1 alla Polizia Locale; annotare e controfirmare orario e contenuto delle comunicazioni ricevute ed effettuate; aggiornare il censimento della popolazione presente nelle aree a rischio; individuare la dislocazione della popolazione con ridotta autonomia (anziani, disabili, bambini) e tutta una serie di altre incombenze.
 
Ora mi domando, e chiedo a chi di dovere: “ma se invece di un’allerta codice GIALLO si fosse dovuta affrontare, nell’immediato, un’emergenza codice ROSSO, visto che “il fatto che un determinato evento negativo possa essere improbabile non vuol dire che sia impossibile a verificarsi” la situazione sarebbe stata gestita immediatamente e in modo efficace?.
 
A mio avviso, molto probabilmente la risposta del comune all’emergenza sarebbe stata la seguente:
 
-          Sindaco e 3 dipendenti “responsabili” delle funzioni di supporto 1,2,3,5,6,7 e 8 a quanto mi risulta non erano presenti; chi per malattia, chi perché in pensione da oltre 1 anno e chi fuori territorio.
 
-          Sembra fosse presente il solo addetto alle funzioni 4 e 9. Pertanto di sindaco e di 4 responsabili dell’attivazione del piano di protezione civile, probabilmente, ne era presente solo uno.
 
 
Allora:
 
  • Chi avrebbe dovuto attivare il piano, il centro operativo e tutto il personale preposto?
  • Chi avrebbe reso disponibili i mezzi e le attrezzature?
  • Chi sarebbero stati gli addetti che si sarebbero dovuti alternare alla sala radio del C.O.C.
  • Quale cartografia sarebbe stata distribuita ai soccorritori visto che quella inserita nel piano, a seguito delle variazioni richieste dalla ProCiv regionale, è stata sostituita nel maggio 2017, mai stampata e non si dispone nemmeno di un idoneo software per utilizzarla e aggiornarla?
  • Chi avrebbe dovuto attivare le aree di attesa per la popolazione?.
 
Per verificare se un Piano è realmente efficace in ogni sua parte questo deve rispondere ai seguenti quesiti tecnico-organizzativi:
 
  1. Il Piano copre tutte le emergenze che si possono realisticamente verificare o solo quelle che, per motivi di opportunità, sono state considerate "possibili" dai redattori del Piano?.      
  2. Il Piano è mai stato "rodato" da una esercitazione seria, cioè improvvisa, o il tutto si è risolto in uno show realizzato ad uso dei mass-media?”.
  3. Il Piano è conosciuto dalla popolazione, da tutti i funzionari che saranno coinvolti, dai mass media, o serve solo a riempire il fondo di qualche cassetto?.
  4. E’ previsto nel Piano un Responsabile ufficiale dell’informazione, oppure , durante l’emergenza, ogni funzionario si sentirà autorizzato a dire la sua?.
  5. Il Piano si basa su risorse umane, strutture e mezzi che sono nella disponibilità del comune?.
  6. Il Piano indica chiaramente chi comanda, e su chi, durante la gestione dell’emergenza o rimanda ad indefinibili coordinamenti?
  7. Il Piano prevede una catena di comando in caso di indisponibilità del Sindaco o di un responsabile di funzione?
  8. Esistono sostituti o coadiutori dei responsabili di funzione?
  9. 9. E’ stata prevista una reperibilità H24, 7gg/7 di tutto il personale?
  10. Esiste qualche autorità pubblica che ha ritenuto valido il piano di emergenza e che quindi pagherà di persona qualora il Piano approvato si rivelasse inefficace?
  11. Il Piano è stato accettato, e quindi controfirmato, dai responsabili degli Enti/Associazioni di volontariato/Imprese che dovranno intervenire durante l’emergenza, oppure essi si riterranno svincolati da ogni impegno durante una vera emergenza?
  12. Da quanto tempo il Piano è stato aggiornato?
 
A seguito di una attenta analisi dello stesso, la risposta è sempre negativa tranne che per la n. 10 la cui risposta è: i Consiglieri Comunali che lo hanno approvato, e per la n. 12: MAI!
 
Pertanto, anche se quasi tutte le massime che compongono la legge di Murphy possono riguardare la nostra organizzazione di protezione civile e il modo di pensare circa la remota possibilità che possano verificarsi emergenze o calamità, è bene tenerne a mente alcune quali:
 
  • Se qualcosa può andar male, prima o poi, andrà male!
  • Quando lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio.
  • Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos'altro non venga fatto prima.
  • Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla.
 
Il codice GIALLO del giorno 30 avrebbe dovuto essere, oltre che per la condizione meteo critica, anche un segnale di “ATTENZIONE”,  soprattutto per il Primo Cittadino che forse ancora non si è reso conto che, nonostante l’approvazione del piano da parte del Consiglio Comunale e per quanto non è stato ancora fatto, la responsabilità è solo sua.
 
Mi scuso per essermi permesso di fare presente l’attuale situazione a colui che conosce molto bene i suoi doveri riguardo alla pubblica incolumità ma come cittadino, e a titolo di collaborazione, mi corre l’obbligo di rappresentare le carenze riscontrate.
 
Renato Bagnoli
 
 
 



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