● - “DAL 2008 A OGGI SCAVATE 66 TOMBE ETRUSCHE IN LOCALITÀ PRATINO” - Succede a Tuscania - Toscanella - 2019

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● - “DAL 2008 A OGGI SCAVATE 66 TOMBE ETRUSCHE IN LOCALITÀ PRATINO”

Pubblicato da in Dal Web ·

 
Fonte: Tusciaweb – di Paola Pierdomenico
 
“Dal 2008 a oggi riportate alla luce complessivamente 66 tombe etrusche in località Pratino”. Il direttore scientifico degli scavi, Stefano Giuntoli, in queste settimane, è impegnato con la vicedirettrice Domenica Palmieri e il team di archeologi del Camnes (Center for ancient mediterranean and near eastern studies) nella necropoli etrusca in località Pratino a Tuscania. Un lavoro che, grazie al materiale, riportato alla luce che negli ultimi giorni, si è intensificato andando avanti dalla mattina alla sera. Senza sosta.


 
Giuntoli fa un passo indietro sugli interventi. “L’area Macchia della Riserva – dice – è indagata dall’istituto Lorenzo De Medici e dal Camnes dal 2005. Il primo nucleo di necropoli etrusca è quello di Pian delle Rusciare, che ha dato undici tombe, che sono già state pubblicate e anche oggetto in convegni nazionali”.
 
Dal 2008 a oggi è iniziato il lavoro in località Pratino. “Le tombe etrusche scavate complessivamente – continua – sono 55 e sono di varia tipologia: a camera, con deposizioni plurime in loculi, camera a tre, due o una sola deposizione, poi fosse e loculi laterali.
 
In diverse occasioni, restituiscono i corredi anche integralmente, soprattutto quando crollano in antico e hanno subìto quindi collassi antichi.


 
E’ un’area che è stata frequentata da violatori, allevatori e anche militari in un campo di addestramento per cui troviamo delle interferenze, però, i contesti si recuperano ancora in buone condizioni. Le informazioni che abbiamo ci dicono che risalgono all’età ellenistica, a partire dal III secolo a.C. fino alla prima metà del I secolo d.C. Ci sono poi alcune molto più rare romane.
 
Le indagini andranno avanti su questa linea e la nostra intenzione è quella di esplorare tutta l’area interna al recinto dove, a breve distanza, abbiamo individuato anche resti di abitato che potranno essere oggetto anche di scavi futuri.


 
Due anni fa, dall’area, sono state ritrovate “maschere di tipo dionisiaco che venivano utilizzate in particolari circostanze e anche a livello funerario.
 
Quest’anno abbiamo trovato delle tombe etrusche a camera ipogea, a fossa e a loculo laterale in alcuni casi in buone condizioni e in condizioni di integrità e una è quella che stiamo finendo di scavare oggi (l’altro ieri, ndr)”.
 
Si riprenderà l’anno prossimo. “In tutto questo – continua Giuntoli – il nostro istituto provvede anche restauri sia delle ceramiche che dei metalli che, durante i mesi invernali quando non si può scavare, vengono portati in un laboratorio a Firenze e di cui si occupano gli studenti. La quantità di oggetti è cospicua se si pensa ai circa 650 che sono venuti fuori nel 2009 dalla tomba etrusca più grande che è qui adiacente e i 260 in quella dove si è scavato lo scorso anno.


 
Per l’archeometria, collaboriamo con l’Als lab del Cnr di Pisa e ci sono poi i restauri antropologici per le ossa, insomma un ciclo completo. Abbiamo anche collaborazioni con studenti americani dell’istituto De medici, l’alternanza scuola-lavoro con un liceo di Verona e poi gli iscritti e gli studenti del Camnes. Una pluralità di interventi sulla zona dunque a cui è di supporto anche il Gar di Cerveteri.


 
Il lavoro poi viene pubblicato in una collana edita da Arbor Sapientiae ed è anche oggetto di convegni. Sul Pratino, per esempio, ho parlato all’ultimo incontro dell’Istituto nazionale di studi etrusco-italici che aveva per argomento l’Etruria e le necropoli rupestri, a cui seguono pubblicazioni scientifiche e iniziative espositive, come per i reperti di pian delle Rusciare che, due anni fa, sono stati messi in mostra a Firenze”.
 
La squadra è in media composta da 15 persone al giorno. “Si lavora dalle 8 alle 16,30, ma, da due settimane, andiamo avanti anche fino alle 20, sabato e domenica inclusi perché quando troviamo delle situazioni precise non possiamo mai lasciare le tombe da sole anche perché, alcuni anni fa, proprio nella tomba in cui stiamo scavando ora, c’è stato un episodio di violazione in cui, per fortuna, è stato toccato solo l’esterno”, spiega Giuntoli.
 
Paola Pierdomenico



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