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• ­- LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS VISTA DA GANASSA

Pubblicato da in Ganassa ·
Eccovi un’altra poesia di Luciano Laici che con il suo stile impeccabile, ci racconta a modo suo la Pandemia da Coronavirus. luigi pica.
 
LA PANDEMIA

Quest’ogge il presidente del consjjo,
io credo ch’abbia fatto uno sbajjo:
pe’ nun creà nel popolo scompjjo
ha detto che pe’ nun avecce guajjo,
tutta l’Italia viene ben protetta, 1
invece che isolata, a sua disdetta.
 
La Spagnola e la peste de Milano
nun hanno mae isolato ‘l monno intero,
adesso ‘l morbo se combatte invano,
tutte le state ha invaso per il vero;
nun c’è una cinta urbana ch’è serivita 2
a parà il virus e sarvà la vita.
 
A un metro deve sta’ mojje e marito,
le mane hae da lavà più vorte al giorno
financo che ‘l virusse ‘n’è sparito,
e nun avecce tanta gente ‘ntorno,
e del vaccino nun ve vengo a dillo
che nun c’è gnente ancora pe’ ‘ntontillo.
 
So’ tutte le persone collegate
che ci hanno’ a casa e ‘n giro l’internette,
ma semo in verità tutte appartate , 3
benanche con chiunque te connette;
pare maledizione ch’è mannata
dall’alto, al fin de dasse ‘n’ aggarbata. 4
 
Le date che trasmettono in tivù
purtroppo vanno sempre tanto al peggio,
le mascherine ‘n se trovono più,
l’acquetta pure pe’ fallo ‘l candeggio;
e chi ce sarverà, oh mamma mia,
che noe già stamo in piena pandemia!
 
Agarbo, al fine, e fàmese coraggio,
che si ce scappa fore ‘l forte sole,
quanno verranno le prime de maggio,
il male cesserà si Dio lo vòle,  
e tornerà tranquillo ‘l monno sano,
e il bene cambierà l’essere umano. 5
 
 
1-      Protette da che cosa, se il male è interno?    
2-      Le cinte murarie urbane non servono per parare il virus.
3-      Siamo tutti collegati, ma più soli internamente e socialmente.
4-      Diamoci un modo di vita più umano.
5-      Questo immenso male ci forgerà rendendoci più solidali, umani e socievoli, dandoci buon esempio.
 
 
Tuscania 10.03.2020 -  Luciano Laici


Una breve biografia di Luciano.
Luciano Laici è nato a Tuscania il 18.09.1944 da una famiglia di agricoltori. Ha quindi trascorso l'adolescenza e la prima età adulta lavorando nei campi, ove ha avuto modo di osservare sia le abitudini, le usanze, i modi di vita della gente di campagna sia i molteplici volti della natura in terra di Maremma.

Nel 1975 è stato assunto come vigile urbano messo notificatore e di conciliazione presso il Comune di Tuscania, impiego nel quale ha svolto negli anni un'attività implicante una continua, a volte delicata, dialettica con il pubblico: il contatto con il multiforme e casuale carattere dei cittadini tuscanesi ha maturato in lui una personale concezione della vita, della condizione umana e delle sue contraddizioni.

Oggi in pensione, si diletta dedicandosi alla cesteria, alla caccia, alla musica nella banda cittadina, alla realizzazione di innesti, alla lettura, alla scrittura di versi, passione che lo ha sempre accompagnato fin dalla prima gioventù: il presente volume, che raccoglie una parte delle tante poesie, rappresenta una sintesi della sua esperienza di vita.







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