Per giorni i nostri amministratori hanno provveduto a effettuare verifiche, controlli e sopralluoghi alle scuole comunali per accertarsi delle condizioni di sicurezza.
E’ stato un grande impegno da parte di molti: sindaco, assessori, dirigenti, tecnici, operai, insegnanti e volontari. Per giorni hanno frequentato tutti i locali delle strutture senza che nessuno, nemmeno il responsabile della prevenzione e della protezione dai rischi, si fosse accorto che un’uscita di emergenza della scuola secondaria di II grado, l’unica via di fuga immediatamente disponibile per chi si trovasse nella sala insegnati, è bloccata da pesanti sacchi di sabbia.
Pericolo alluvione, protezione da eventuali bombardamenti aerei o da colpi di arma da fuoco?.
Una buona prevenzione antincendio dei luoghi di lavoro, e soprattutto quella di una scuola pubblica, non può funzionare senza la presenza di idonee vie d’esodo e uscite di emergenza che permettano un deflusso senza ostacoli verso luoghi sicuri.
Quando nel percorso delle vie di fuga e delle uscite di emergenza sono presenti delle porte chiuse, queste devono essere facilmente apribili nel verso dell’esodo.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di tenere sgombre le vie di fuga e le uscite di emergenza in modo da consentire una facile e rapida utilizzazione in caso di emergenza.
Le vie di fuga e le uscite di emergenza sono dotate di lampade di emergenza che consentono la loro individuazione in caso di blackout elettrico o presenza di fumo dovuto ad un incendio.
A seguito del primo sopralluogo richiesto dal Prefetto, il giorno 11 settembre ci si è accorti che ben 90 lampade di emergenza erano inefficienti e si è provveduto alla loro sostituzione.
Probabilmente non si sono bruciate durante i 6 mesi di chiusura dovuta al sars cov-2. E allora, da quanto tempo aspettavano di essere sostituite?.
La sicurezza non si improvvisa. Si coltiva e si costruisce.
Renato Bagnoli