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• - “RIEVOCAZIONE DEL TERREMOTO PIENA DI LACUNE…”

Pubblicato da in Dal Web ·
Giacomo Carioti ricorda dei personaggi che svolsero un importante ruolo nella tragedia che devastò il paese nel 1971.
 
Caro direttore, recentemente è stato rievocato il tragico evento del 6 febbraio 1971, il terremoto di Tuscania che 49 anni fa rase al suolo la città e i suoi tesori artistici, e gettando nel dolore le famiglie delle vittime.
 
Ho letto con attenzione tutti gli interventi, apprezzandone i contenuto e le motivazioni, ma anche notando qualche confusione, ma soprattutto alcune importanti, anzi determinanti, dimenticanze.
 
E’ stata completamente dimenticata l’opera fondamentale svolta dall’ingegnere architetto Giampiero Fusco.
 
E’ stata completamente dimenticata l’opera di Vittorino Veronese, già direttore generale dell’Unesco e all’epoca presidente del Banco di Roma, che impegnò la Banca in una raccolta di fondi determinante per la ricostruzione, ed avviando una campagna di informazione che fu alla base del sostegno pubblico alla ricostruzione, coinvolgendo esperti, politici, scienziati e giornalisti.


 
E’ stata dimenticata l’operosità attiva di don Lidano Pasquali, al quale si deve la fervida collaborazione con gli organi di informazione per la diffusione di notizie e contenuti culturali.


 
E’ stata dimenticata la figura del fotografo Falleroni, che per primo documentò la tragedia, e in seguito collaborò ad un repertorio di immagini determinante per la ricostruzione, specie del patrimonio artistico.
 
Qualcuno ha addirittura “recriminato” per l’improvvisa e massiccia affluenza di giornalisti all’indomani del sisma: dimenticando che senza quella folla di reporter probabilmente Tuscania ancor oggi mostrerebbe -come tanti altri posti in Italia- le ferite del terremoto.


 
Purtroppo, su alcune cose, spesso le più importanti, subentra l’indifferenza e la superficialità, anche da parte delle istituzioni locali. Basti pensare che non si è mai mostrato vero interesse per l’acquisizione di più complete rievocazioni storiche e iconografiche, cercando testimonianze anche alternative a quelle più scontate.
 
Avendo vissuto giornalisticamente in prima persona l’evento e le sue evoluzioni, entrando da vicino nei particolari degli interventi politici ed economici effettuati all’epoca, ho anche realizzato due documentari, uno per il Banco di Roma l’altro per il circuito cinematografico nazionale ed internazionale, più volte offerti per la pubblica proiezione e l’acquisizione… senza mai ottenere riscontro.


 
Non resta che augurarci che in occasione del cinquantenario del 2021 queste lacune vengano colmate, integrando confusi ricordi con documentazioni e testimonianze.
 
Giacomo Carioti
 



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