Dal Corriere di Viterbo del 11/07/2018
Tuscania il sindaco chiama la polizia, il diretto interessato ricorda quando a filmare era la figlia del primo cittadino.
Consiglio comunale venerdì scorso, aperto dalla presidente del consiglio stesso con un richiamo nei confronti di un cittadino che stava effettuando riprese della seduta pubblica per uso privato.
"Facendo riferimento a fumose ricerche - scrive il Movimento 5 stelle tuscanese - e a quesiti posti non si sa bene a chi e da chi, alla presidente risultava essere vietato, senza preventiva autorizzazione, peraltro presentata. Insieme al sindaco, veniva richiesto pertanto l'intervento della forza pubblica, con l'intento di far uscire quel cittadino dall'aula. Il nostro consigliere Rossi e parte della minoranza hanno rivendicato il diritto a fare riprese denunciando la mancata volontà di regolamentare la materia. Come la scorsa volta, quando erano presenti i carabinieri, le registrazioni sono invece proseguite, a testimonianza del fatto che nessuna normativa lo vieta".
Sull'argomento interviene anche il diretto interessato, Giuseppe Catalini, colui che stava riprendendo la seduta. "Il sindaco ha chiesto all'agente di polizia locale, di identificarmi, dopo avergli chiesto di farmi uscire dall'aula. Non ho opposto resistenza, anche perché nessuno mi ha invitato o costretto a uscire. Va evidenziato che nei mesi in cui le riprese venivano fatte dal gruppo del M5s e della lista del sindaco, per quest'ultima si sono alternati tra gli operatori, la figlia del sindaco e l'attuale presidente del consiglio. Se non si trattasse di cose serie, ci sarebbe da ridere a crepapelle!".