Da Messaggero (cartaceo) del 18/12/2018. Articolo di Roberta Pugliesi.
Nel testo della canzoncina della scuola elementare per Natale il Bambino sostituito con “laggiù”: marcia indietro. La decisione dell’insegnante aveva causato polemiche e proteste, da Salvini alla Meloni. La contrarietà della Curia
Il Bambino non c’è più, né Gesù né tanto meno Laggiù. Lo ha stabilito, dopo una querelle andata avanti per giorni, l’insegnante della scuola elementare di Tuscania, finita al centro del ciclone dopo la decisione di censurare il nome di Gesù da un canto natalizio. Oggetto di critiche velenose, di polemiche, commenti poco edificanti l’insegnante lo aveva fatto per rispettare tutti i bambini, anche quelli che non sono di religione cattolica (non pochi nella sua classe e, in generale, nella elementare Ridolfì di viale Trieste).
Altrettanto numerosi coloro che non frequentano l’ora di religione. Ma quella scelta meditata non era affatto piaciuta, né ai genitori né al sindaco e né tanto meno alla Curia, che attraverso il vicario del vescovo, don Luigi Fabbri, aveva percepito quella decisione come «un’offesa alla tradizione e alle nostre radici».
E dopo giorni infuocati, dove il caso di Tuscania è finito alla ribalta delle cronache nazionali, ripreso dal ministro Matteo Salvini, dall’onorevole Giorgia Meloni (e anche al centro di una puntata del programma di Rete 4 “Stasera Italia weekend”, in onda domenica sera), ecco che arriva il passo indietro della docente.
Nessuna pressione esterna, pare, ma solo una scelta individuale dettata dal rammarico per quanto accaduto, per polemiche spesso definite esagerate da altri insegnanti. Polemiche che hanno accompagnato i fatti accaduti in un piccolo e istituto tuscanese, diventato per qualche giorno tra i luoghi più criticati d’Italia. Non sono mancati coloro che hanno invece apprezzato quella scelta di apertura e laicità, pochi in verità ma altrettanto determinati.
E così, a una settimana dal Natale, si apprende che il canto è stato eliminato dal programma musicale previsto. Ce ne saranno altri. «Non è un’ammissione di colpa, né un dietro front - commentano alcuni cittadini - ma noi conosciamo l’insegnante. E’ una donna straordinaria e aveva deciso di fare questo proprio per il suo altruismo. Ma non è stata capita».
Esultano invece tutti coloro che, a vario titolo e con toni più o meno moderati, avevano chiesto che tornasse sui suoi passi. Ma a conti fatti, ci si chiede: chi ha vinto davvero?. Di certo la tradizione, un po’ meno la laicità della scuola.
Roberta Pugliesi