Nel 1222 Francesco d’Assisi uno dei testimoni più grandi della tradizione cristiana, in viaggio verso Roma, si fermò “in civitate Tuscanella a milite quodam hospitio devoto susceptus, filium eius unicum a nativitate contractum ad multam ipsius instantiam, manu allevans, sic subito incolumen reddidit, ut videntibus cunctis, protinus consolidarentur omnia corporis membra, et puer sanus effectus et fortis, confestim exsurgeret ambulans et exsiliens et laudans Deum.”
Scrisse appunto Bonaventura da Bagnoregio nella Vita di San Francesco che nella città di Toscanella fu accolto devotamente come ospite di un cavaliere (Ciglioni) e, per la sua grande insistenza, alzò con la mano il suo unico figlio, rachitico dalla nascita, e così immediatamente lo riportò in perfetta salute, sotto gli occhi di tutti, e subito si rassodarono tutte le membra del corpo ed il fanciullo si alzò sano e forte camminando, saltando e lodando Dio. Subito dopo Francesco predicò alla folla incontenibile il buon esempio e la prudenza.
A Tuscania era già fiorito il messaggio francescano e i suoi frati lo tramandarono e lo diffusero con le loro attività pastorali nei conventi di San Francesco e del Riposo. Nel 1704 Antonio Barbacci, arciprete della Cattedrale, nella sua relazione dello stato antico e moderno di Toscanella scrisse: “In questa città vi è stato S. Francesco di Assisi fondatore dell’ordine Serafico, anzi si ha tradizione che egli medesimo eleggesse il luogo, ove al presente è il suo Convento de Minori Conventuali, e che con le sue proprie mani nel principio della sua edificazione vi gettasse la prima pietra; indubitata cosa è che S. Francesco suddetto in questa Città vi è stato e che vi ha fatto un miracolo, quale sta registrato nella prima parte delle sue Croniche….” Nella Città di Toscanella ricevuto da un Nobil Cavaliero con molta divozione gli sanò un figliuolo che, essendo nato tutto sdirenato, non si poteva movere da giacere solo con pigliarlo per mano, et alzando su in piedi, nei quali poi stette sempre dritto al par di qualsivoglia altro sanissimo con infinito contento del Padre e di tutti che lo sentirono.”
Nel 1256 fu a Toscanella anche Bonaventura da Bagnoregio autore di molte opere di argomento filosofico, teologico, esegetico ed ascetico; ricordiamo soprattutto il profondo “Itinerarium mentis in Deum” in cui ci ricorda che la realtà è un vestigio divino in cui l’uomo può rintracciare la ragion d’essere che gli permetterà il ritorno alla vera patria.
Sempre il Barbacci scrisse che “a Toscanella vi è stato ancora S. Bonaventura da Religioso e vi lasciò una famosa libraria nella quale vi erano diversi libri postillati per mano del Santo.” In una postilla si legge: “Ego Frater Bonaventura de Balneoregio postillavi totum hoc volumen manu propria.” Nel 1600 si ricordava con devozione il miracolo ed in una delle lunette del chiostro del Convento di S. Maria del Riposo era rappresentato l’evento. Ne rimane soltanto una foto degli anni trenta del 1900. Vi era scritto: “De la nobil Toscana in questa altera - città vetusta degno - risana il suo diletto e caro pegno - che sderenato e curvo nato gli era”.
Nel 1926 la cittadinanza di Tuscania appose questa lapide nel palazzo Ciglioni, antica famiglia guelfa, che un tempo aveva un portico lungo il corso principale: “24 ottobre 1926 - In questa casa della famiglia Ciglioni - nella quale San Francesco d’Assisi ricevuto - come araldo di Cristo brillando per la mirabile santità - la città di Tuscania - illuminata dal famoso miracolo del Santo uomo - trascorso il settimo secolo dalla sua morte - con grato e devoto animo in ricordo.”
Anche nel Monastero delle Clarisse di Santa Chiara ci sono quadri ed affreschi che ricordano il Santo della pace. Poi c’è ancora un’altra lunetta, ben visibile al Riposo, in cui è rappresentato il miracolo dell’immagine di San Francesco che sanguina, con sullo sfondo la campagna tuscanese, la chiesa di San Pietro, le torri ed il palazzo vescovile.