Ti stai bruciando le ferie con questa marcia?
“Bruciare le ferie? Ma io sto facendo le migliori ferie della mia vita!”.
Spontanea e con un’espressione che vince sulla fatica dei tanti km percorsi, è questa la risposta di Christian Vitali alla mia domanda. Si, lui è partito con la voglia di attrarre l’attenzione di quanta più gente possibile sulla sindrome fibromialgica, che è una forma comune di dolore muscolo scheletrico diffuso e di affaticamento che colpisce circa 2 milioni di Italiani.
Dice di avere avuto la spinta iniziale dopo aver visto una sua amica che soffre di questo male che ancora non è riconosciuto come malattia invalidante. Chi ne soffre non ha diritto ad alcun riconoscimento, né per l’invalidità, e nemmeno per usufruire della legge 104.
Christian è un giovane che non vuole fare nulla di eroico o di sensazionale, non si aspetta folle oceaniche o comitati di ricevimento. Lui vuole sensibilizzare le persone e far conoscere la malattia in un modo semplice e naturale. Lui cammina tra la gente e percorre la via Francigena fino a Roma.
“Bruciare le ferie? Ma io sto facendo le migliori ferie della mia vita!”.
Spontanea e con un’espressione che vince sulla fatica dei tanti km percorsi, è questa la risposta di Christian Vitali alla mia domanda. Si, lui è partito con la voglia di attrarre l’attenzione di quanta più gente possibile sulla sindrome fibromialgica, che è una forma comune di dolore muscolo scheletrico diffuso e di affaticamento che colpisce circa 2 milioni di Italiani.
Dice di avere avuto la spinta iniziale dopo aver visto una sua amica che soffre di questo male che ancora non è riconosciuto come malattia invalidante. Chi ne soffre non ha diritto ad alcun riconoscimento, né per l’invalidità, e nemmeno per usufruire della legge 104.
Christian è un giovane che non vuole fare nulla di eroico o di sensazionale, non si aspetta folle oceaniche o comitati di ricevimento. Lui vuole sensibilizzare le persone e far conoscere la malattia in un modo semplice e naturale. Lui cammina tra la gente e percorre la via Francigena fino a Roma.
Quando hai deciso di partire?
“Solo quattro giorni prima dell’inizio di questa marcia.”
E’ un Consigliere comunale del M5S di Parabiago, comune di 27 mila abitanti nell’area metropolitana di Milano, e con semplicità ci racconta che il suo impegno politico e sociale, ma soprattutto personale, lo mette in atto con la gente, tra la gente e per la gente. Il suo impegno come cittadino e come Consigliere comunale viaggia sulla stessa strada. E questa sua strada è lunga 600 km, con uno zaino di poco più di 4 kg sulle spalle e la sola presunzione di dimostrare che “si può fare!”.
Hai preso contatti con qualcuno prima di incamminarti?
“No, ho deciso di farlo e sono partito. Non ho contattato nessuno e nessuno mi fornisce il supporto durante l’itinerario. Però ho incontrato tanta gente che mi ha già largamente ripagato per questo mio impegno. Ho ricevuto sorrisi e frasi d’incoraggiamento, qualche giorno fa mi è stato dato un papiro da un gruppo dell’associazione AISF di Empoli, che per me ha un valore grandissimo e che conserverò come uno dei più importanti attestati ricevuti.”
Lui si alza molto presto la mattina e si incammina per una tappa giornaliera che oscilla intorno ai 20 km. Arriva intorno al mezzogiorno e si riposa nel pomeriggio. Poi il giorno seguente riparte sul percorso che fu dei pellegrini di molti secoli fa.
Dove arriverai e che cosa farai?
“Arriverò all’ultimo palo della via Francigena, a Roma, e lì appenderò un fiocco viola. Un semplice gesto che segnerà la fine di una marcia, ma spero anche l’inizio di una maggiore sensibilità nei confronti di questa malattia. Mi arrivano molti messaggi di vario genere, dalla semplice richiesta d’informazioni sulla malattia, all’incoraggiamento. Molti mi chiedono notizie sulle tappe del mio percorso e non pochi sono stati gli incontri.”
Insomma questo semplice gesto di un giovane Consigliere comunale della provincia di Milano, che ha deciso di incamminarsi sullo storico percorso, sta destando interesse e curiosità crescenti, e noi tutti speriamo che questo interesse possa coinvolgere anche le Istituzioni e le porti a compiere quei passi necessari al giusto riconoscimento dei diritti di chi soffre questa patologia. Ai tanti passi che sta facendo Christian, vorremmo che si aggiungessero anche quei passi importanti che tutti ci aspettiamo da chi sta lavorando per un cambiamento del nostro Paese.