Di Alessandro Castellani
Fonte: TusciaWeb
Ambiente - Lo stato di salute dei fiumi della Tuscia secondo l'Arpa - Fortemente inquinato anche il Rio Vicano, il migliore il Vesca a Blera.
Nelle acque del fiume Marta all’altezza di Tuscania c’è mercurio in quantità superiore a quella prevista dagli standard di qualità ambientale. Lo attestano i dati Arpa sullo stato di salute dei fiumi del Lazio.
Documenti: I dati dell’Arpa sui fiumi del Lazio
L’emissario del lago di Bolsena presenta un quadro critico sia nelle analisi dello stato ecologico, incentrate sul livello di conservazione dell’ecosistema, sia in quelle dello stato chimico, che invece verificano la presenza di sostanze inquinanti di natura pericolosa.
Nel 2017, nella stazione di monitoraggio di Tuscania, l’acqua del Marta ha sforato il parametro del mercurio disciolto: un dato molto allarmante, perché si tratta di un elemento estremamente tossico per tutti gli esseri viventi con cui entra a contatto, in qualsiasi forma.
Valori molto negativi anche per il Limeco, cioè l’indicatore biologico che misura il grado di ossigenazione dell’acqua. E non entusiasmano nemmeno gli altri indici.
A onor del vero, bisogna comunque precisare che, superato il punto critico di Tuscania, il Marta migliora leggermente la qualità delle sue acque e arriva alla foce di Tarquinia in condizioni più accettabili.
Ma c’è un fiume nella Tuscia che probabilmente è ancora più inquinato. È il Rio Vicano, il piccolo emissario artificiale del lago di Vico, che presenta uno stato ecologico scadente ed è contaminato dal mercurio per tutto il suo corso, da Ronciglione a Nepi.
Va meglio il Fiora. Il fiume della Maremma non ha nessun indicatore, né ecologico né chimico, valutato insufficiente. Tuttavia non va sottovalutata l’eccessiva presenza di permetrina, cioè insetticidi, nel tratto di Ischia di Castro.
Superata anche l’emergenza esaclorobenzene nella foce di Montalto: dal 2016 i valori di questa sostanza, utilizzata in agricoltura come fungicida per i semi e ritenuta cancerogena, sono rientrati nella norma.
L’altro corso d’acqua che sfocia sulle spiagge viterbesi, il Mignone, non entusiasma a Vejano, dove il Limeco è scarso e nel 2015 era fuori parametro anche l’esaclorobenzene, ma migliora quando raggiunge Tarquinia, dove s’immette a mare con valori tutto sommato buoni.
Le note più liete in assoluto arrivano dal Vesca. Il torrente che scorre tra Blera e Monte Romano è un angolo di natura quasi incontaminata. Risultati molto positivi per tutti gli indicatori dello stato biologico, mentre il quadro chimico, che nel 2015 evidenziava uno sforamento dell’esaclorobenzene, fornisce oggi valori pienamente nella norma.
Per quanto riguarda il Tevere, nella sua porzione di Tuscia il fiume fa registrare una condizione globalmente sufficiente in entrambe le stazioni di rilevamento di Bomarzo e Civita Castellana, con buoni valori di Limeco e diatomee e nessun elemento chimico preoccupante.
Molto peggiore è la situazione subito dopo l’uscita dalla provincia di Viterbo: nel campionamento di Torrita Tiberina, il Tevere scorre pesantemente contaminato sia dal mercurio che dal nichel. Un paradosso, perché proprio in quella zona sorge la riserva naturale di Nazzano, quindi un’area protetta.
Alessandro Castellani