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* DANNI FAUNA SELVATICA NELLA RISERVA NATURALE ROLANDO PERUGINI PROPONE UN CORRIDOIO DI CACCIA

Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo · 26/6/2012 07:40:21

Dopo gli interventi al consiglio provinciale e comunale, Rolando Perugini ex assessore all’agricoltura e produttore agricolo, avanza una proposta pratica per cercare di limitare i danni alle colture causati dai cinghiali.

"Ho voluto sollecitare provincia e comune su un problema che sembra essere dimenticato – afferma Rolando Perugini – dopo l’istituzione della riserva naturale ed il conseguente divieto di caccia i cinghiali si sono riprodotti a dismisura. Non voglio tornare sull’utilità di questa riserva naturale. Resta il fatto che agli agricoltori nessuno indennizza più i danni della fauna selvatica. Non ci sono le risorse, adesso i politici chiamano così i soldi, la Regione Lazio non ha più trasferito alla Provincia i fondi destinati a risarcire il reddito perduto dagli agricoltori che si trovano all’interno della riserva naturale. Il consigliere provinciale Roberto Staccini mi ha invitato a partecipare alla riunione della commissione provinciale che si occupa di queste cose. Andrò alla riunione per avanzare una proposta che può sicuramente limitare il fenomeno della sovrappopolazione dei cinghiali e la riduzione dei danni agli agricoltori. Chiederò di istituire un corridoio tra la riserva naturale e l’azienda agricola Roccarespampani. Restituendo questa zona alla caccia sarà possibile riequilibrare il numero dei capi. Il problema dei danni della fauna selvatica si è aggravato anche perché le attuali specie di cinghiali che vivono all’interno delle riserva naturale procreano per ben due volte all’anno e le fattrici riescono ad allevare anche otto piccoli".

Ottimi risultati sono stati ottenuti dall’ Ente di gestione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga che ha sostituito la tecnica di caccia della "braccata" con la tecnica del recinto di cattura. Questa tecnica è stata giudicata più rispettosa delle zoocenosi e degli ambienti del Parco poiché non prevede il disturbo associato ad una presenza umana protratta per diverse ore in aree di elevato valore naturalistico come invece avviene con gli abbattimenti selettivi; i recinti di cattura, al contrario, possono essere posizionati nelle immediate prossimità delle aree agricole, in zone quindi di scarso pregio naturalistico ed il disturbo è limitato nel tempo a due brevi periodi concentrati al tramonto per l’innesco ed all’alba per la verifica.

I cinghiali catturati con questa tecnica vengono prima selezionati per abbattere solo i capi che producono i migliori effetti di controllo delle nascite.





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