Succede a Tuscania 2012 - Toscanella - Il portale dei tuscanesi

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica perchè viene aggiornato senza alcuna periodicità fissa. Non può considerarsi quindi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Per qualsiasi problema o chiarimento rivolgersi all'amministratore del sito. La costituzione italiana non ammette in modo assoluto censure o autorizzazioni particolari per diffondere il libero pensiero che può essere diffuso con ogni mezzo, sempre che chi lo eserciti non contravvenga a nessuna legge. La censura è incostituzionale, vietata dall'articolo 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Vai ai contenuti

Menu principale:

* QUELLI DEL BONZARAGO - TUSCANIA 1971: LA FINE DEL VECCHIO CENTRO STORICO

Pubblicato da Quelli de Bonzarago in Articoli Toscanella · 27/6/2012 08:48:33

Il terremoto che ha colpito l’Emilia fa ricordare spontaneamente quello di Tuscania del 1971. Il dolore e i disagi che esso ha comportato possono essere compresi e condivisi da chi ha vissuto quell’evento e ha conosciuto la paura che il fenomeno in sé provoca,il dispiacere   per la perdita di persone care,  per l’abbandono forzato della propria abitazione e delle cose che non si possono portare con sé.

Fa ricordare anche  la Tuscania sfollata e  cacciata fuori dalle mura, quella anche-e in un  primo tempo-della Tendopoli, delle notti serene ma gelide, illuminate da una luna indifferente, alle quali seguirono le giornate di caldo cocente, quando il sole diede il cambio alla pioggia nell’infastidire la gente già provata dai disagi, arroventando l’aria all’interno delle tende.

Dalle tende  si passò alle baracche, piantate sulla stessa area, quella che adesso ospita villette e case confortevoli, fino all’inizio dei lavori di edificazione di nuove abitazioni e di ristrutturazione del centro storico.

La distruzione di questo non significò soltanto l’annientamento di abitazioni, botteghe  artigiane, forni, osterie, luoghi di incontro della gente  del paese,quali la strada, il vicolo, la piazzetta, usati spesso per la conversazione, il lavoro all’aperto, con l’immancabile pettegolezzo, la lite, sì, ma anche con molti aspetti positivi. Tutto all’interno della cerchia muraria, che resisté alle scosse, ma fece capire a tutti, per la prima volta, la differenza tra  il centro storico e l’esterno . Traumatica fu infatti la chiusura degli accessi, che fece avvertire uno sgradevole senso di esclusione.

Quando visitiamo le mostre, realizzate anche dai nostri giovani e comunque da persone animate da una grande sensibilità, che espongono cartoline e foto dei tempi che precedettero il terremoto, ci rendiamo conto della diversità di quel mondo, di un sistema di vita che è stato spazzato via. Pertanto, nonostante le buone intenzioni, il progetto cosiddetto GESCAL, già pronto a pochi giorni dall’evento, si è rivelato del tutto inadeguato al compito che si voleva assegnare ad esso. Accogliere la popolazione per ricreare il borgo distrutto, nell’illusione che basti fare le case per rimettere tutto a posto.

Il progetto, che si presentava grandioso, non ha mai fatto rinascere quell’ambiente, una volta realizzato; anzi, ha provocato l’effetto opposto, sicché il "trapianto" si è rivelato un fallimento specialmente sotto l’aspetto sociologico. I palazzoni plurifamiliari respinti-così dicevano-da Gibellina e da Salaparuta, si rivelarono  scadenti anche sotto quello tecnico ed edificatorio: gl’impianti non hanno mai funzionato* e disastrosa è stata la resistenza agli agenti atmosferici.

Un’interminabile (e interminata) serie di interventi susseguitisi nel tempo sono un esempio chiaro di come funziona il sistema delle tangenti negli appalti e dell’amministrazione da parte degli enti pubblici. Il quartiere ATER oggi è oggetto di appropriazione quasi piratesca per tutti coloro che, tuscanesi e non, italiani o immigrati, trovano un appartamento libero in questa creatura concepita e allevata dai campioni della competenza e della correttezza.

*La centrale termica del gigantesco impianto di riscaldamento è ora la chiesa di N.S. di Lourdes.

Quelli del Bonzarago





Torna ai contenuti | Torna al menu