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* GRAZIE AL PRESIDENTE DELL'ATER DI VITERBO MARIA GABRIELA GRASSINI SI APRE UNA GRANDE SPERANZA PER GLI ABITANTI DEL CAMPER DELLE QUERCETTE

Pubblicato da Valeria Sebastiani in Opinione · 8/2/2012 09:26:44

Dopo la segnalazione del sito internet “www.toscanella.it” e gli articoli apparsi sui quotidiani si è creata una vera e propria catena di solidarietà per la famiglia che con le temperature polari di questi giorni è costretta a vivere all'interno di un camper avendo perso la propria abitazione in seguito ad uno sfratto esecutivo lo scorso 20 gennaio.

Ieri il sindaco Massimo Natali ci aveva spiegato come in realtà fosse a conoscenza della situazione e si stesse impegnando per trovare una rapida soluzione al problema. La famiglia ha presentato richiesta per un alloggio popolare ed è quasi prima nella graduatoria per le assegnazioni che viene periodicamente aggiornata dal Comune. Gli alloggi sono di proprietà dell'Ater ma l'Ente si occupa soltanto di consegnare le chiavi degli appartamenti ai proprietari una volta che gli stessi vengono assegnati.

Procedura che, ci ha spiegato direttamente il presidente dell'Ater di Viterbo Maria Gabriela Grassini, esponente di spicco del Pdl, spetta al Comune e non all'Ente. “Sono stata messa al corrente della spiacevole situazione nella quale si trova a vivere la famiglia tuscanese da Mauro Fapperdue - ci ha detto la Grassini - e subito mi sono attivata per cercare una soluzione. Dando dei suggerimenti al sindaco Massimo Natali su alcune procedure da adottare per facilitare le assegnazioni”.

Un compito che, ci teniamo a precisare, non spetta alla Grassini né all'Ater ma il presidente non è rimasta sorda di fronte all'accorato appello della famiglia disagiata con la quale ha parlato al telefono. “ Li ho rassicurati, spiegando loro come non saranno lasciati soli”. Una bella prova di solidarietà da parte dell'Ater.

La Grassini ha infatti richiesto dei soldi all'Ente per poter procedere urgentemente ai lavori di restauro di un appartamento, lasciato in condizioni invivibili dai precedenti proprietari, nel quartiere ex Gescal ora proprietà dell'Ater. Si tratta di 20.000 euro con i quali ripristinare infissi e servizi sanitari. La situazione nella quale si è trovata suo malgrado la sfortunata famiglia ha riaperto le polemiche sulle assegnazioni degli alloggi popolari. La graduatoria infatti ha dei criteri ben precisi. Non tiene conto soltanto del reddito ma anche del numero dei componenti il nucleo familiare e della metratura degli appartamenti.

Una famiglia prima in graduatoria si vede scavalcare da nuclei familiari più numerosi qualora si vengano a liberare alloggi con metrature ampie. E' un problema del quale avevamo già parlato in passato. C'era una persona sola che da anni in cima alla graduatoria non riusciva ad ottenere un appartamento perché tutti gli alloggi liberi prevedevano l'insediamento di nuclei familiari con più persone. Purtroppo le case del quartiere ex Gescal sono grandi, troppo, secondo i criteri per l'assegnazione, per famiglie di 2 o 3 componenti.

E allora cosa dovrebbe fare la famiglia che vive nel camper? “Ho suggerito al sindaco - ci ha spiegato Maria Gabriela Grassini - di adottare una procedura d'urgenza e di assegnare loro un appartamento in deroga. Si può anche procedere con le verifiche sulle occupazioni degli alloggi quindi con gli sfratti per chi non vi avesse diritto ma ovviamente è un percorso che richiede più tempo”. Il tempo, proprio quello che rema contro gli occupanti del camper. E' chiaro che con questo dispiegamento di forze la famiglia avrà presto un alloggio ma passeranno comunque dei giorni, settimane e nel frattempo? La Grassini ha convenuto con noi che il camper non rappresenta e non può rappresentare nemmeno lontanamente una soluzione, se pur temporanea.

“Quella non è una sistemazione abitativa. Dobbiamo cercare di offrire loro un alloggio, in un albergo magari o in un altro appartamento, durante il tempo necessario perché le procedure burocratiche per l'assegnazione vadano a buon fine. Ho dato la mia parola alla famiglia e al Comune sulla totale disponibilità che metto al loro servizio, ben oltre le mie competenze e quelle dell'Ente. Questa è una storia di quelle che non vorremmo mai dover sentire e che richiedono prima di tutto solidarietà e impegno personale da parte di tutti”.
E la Grassini di impegno ce ne sta mettendo tanto. Non si è tirata indietro, come politico, come dirigente e soprattutto come persona.      




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