Succede a Tuscania 2012 - Toscanella - Il portale dei tuscanesi

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* LA FAMIGLIA NEL CAMPER SPIEGA LE SUE RAGIONI DOPO IL RIFIUTO DELLA CASA POPOLARE

Pubblicato da Stefano Mattei in Nuovo Corriere Viterbese · 17/2/2012 08:32:13

Quella che ormai è conosciuta come “la famiglia del camper” risponde alle diverse critiche dei tuscanesi che hanno fatto seguito al loro rifiuto della casa popolare offerta dall’Ater.

“Non voglio certo una villa- racconta la signora- semplicemente l’abitazione che ci hanno consegnato aveva solamente tre stanze e noi viviamo con un disabile mentale che non può dormire con mio figlio perché di notte fa cose che mi sono anche vergognata a raccontare. Se la casa che ci hanno consegnato fosse stata provvisoria l’avremmo presa immediatamente, ma hanno detto che la scelta era definitiva, dunque abbiamo deciso di aspettare. Si sono impegnati a fondo solo dopo gli articoli e non prima, di sicuro per una manovra politica. Noi non volevamo certo tutta l’attenzione che ci è piovuta addosso e raccontare le nostre cose”.

La notizia di una famiglia che vive in un camper, soprattutto con il freddo e la neve degli ultimi giorni, ovviamente ha generato l’indignazione generale.  Dunque, l’amministrazione e l’Ater hanno cercato una soluzione e la Grassini, presidente della società delle case popolari, è venuta per consegnare le chiavi, ma il rifiuto della famiglia al nuovo appartamento, ha fatto immediatamente girare i giudizi di molte persone, passate rapidamente dalla pietà verso queste persone, fino ad accusarli di “non volersi accontentare”.

Una vicenda nella quale ovviamente è difficile trovare un equilibrio tra la “fretta” nel muoversi delle istituzioni messe “sotto torchio” dall’opinione pubblica e le esigenze di una famiglia che comunque rifiuta una casa secondo loro “sbagliata”, perché cerca di risolvere a modo suo i propri problemi.

“Vogliamo dire ai tuscanesi che nessuno di noi è andato a piangere in comune- continua la donna- abbiamo solo chiesto durante una gelata di ripristinare l’uso dell’acqua nella piazzola adibita al campeggio. Addirittura noi volevamo restare nel camper dove alla fine è caldo, ma l’amministrazione ha insistito per mandarci tre giorni in ostello.

Spostarci, anche per il comportamento del disabile, è difficile. Poi ci hanno dato questa casa, ma la scelta era tra cacciare mio figlio, o far dormire lui nel camper e spostarci noi, quindi preferiamo stare qua tutti insieme e aspettare”.

Di certo, questo caso limite pone nuovamente l’attenzione sul problema generale delle case popolari. “E’ uno schifo che alcune case sono ancora occupate abusivamente - concludono- noi aspettiamo solamente una soluzione con più buonsenso”.

Stefano Mattei




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