RIVOLTA DEI SOCI ALLA COOPERATIVA LAVORATORI DELLA TERRA
Pubblicato da
Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 27/05/2009 21.31.48
La “Cooperativa lavoratori della terra”, rappresenta nella storia di Tuscania, la rivalsa dei braccianti agricoli nei confronti del latifondo e dello sfruttamento. Una storia fatta di lotte contadine per l’uguaglianza contro lo sfruttamento dei più deboli. Grandi valori e grandi ideali che a Tuscania sono stati interpretati anche dall’avv. Nicola Salvatori fondatore e per tanti anni presidente della “Cooperativa di Pajeto”.
La settimana scorsa sembra che questa storia non sia mai esistita. Un numeroso gruppo di soci hanno sfiduciato il CdA in carica ed hanno eletto una commissione incaricata di provvedere all’espletamento delle procedure previste dallo statuto per regolarizzare la nomina dei nuovi organi statutari.
Un'azione forte e non priva di scontri verbali con alcuni esponenti del CdA uscente. Il motivo dello scontro è legato essenzialmente ad alcune irregolarità nella convocazione dell’assemblea per il rinnovo delle cariche sociali: sono stati esclusi dal voto centinaia di soci che a loro insaputa sono stati declassati nella sezione degli onorari senza diritto di voto.
“ Lo statuto e le leggi vanno rispettate – afferma uno dei soci che ha appoggiato la sfiducia del CdA uscente – centinaia do soci sono stati depredati del diritto di voto senza alcuna plausibile giustificazione e senza neanche essere avvistati con lettera raccomandata così come prevede lo statuto.
Il nostro declassamento quindi non è mai avvenuto e tutti siamo soci a pieno titolo e con tutti i diritti. Perché ci vogliono buttare fuori dalla cooperativa, cosa bolle in pentola?”. La protesta è legata anche all’esclusione della lista alternativa a quella proposta dagli amministratori uscenti: “ Abbiamo presentato una lista alternativa che è stata resa inammissibile senza alcun motivo – dice uno dei candidati alle cariche sociali – indovinate chi avrebbe vinto le elezioni se partecipava solo la loro lista. Volevano imporci il metodo Bulgaro”.
In questi giorni ai soci viene recapitato un telegramma redatto dal CdA uscente che attribuisce tutte le responsabilità al segretario il quale non avrebbe comunicato ai soci il cambio di qualifica da ordinari ad onorari e avrebbe tenuto celati i libri sociali. La scusa però viene fermamente contestata dall’interessato: “ Non esiste alcuna delibera che mi affida tale incarico – afferma il segretario dimissionario- del fatto che mi sia impossessato dei registri sottraendoli al controllo del presidente non ho bisogno di trovare alcuna giustificazione: tutti i verbali, compreso l’ultimo di alcuni giorni fa riportano in calce la firma olografa del presidente stesso. Insomma un’altra grossolana bugia per screditarmi”.
Sabato prossimo presso la sede sociale l’assemblea riprenderà per dare corso al rinnovo delle cariche sociali.