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IN CARCERE PER UNA TRADUZIONE SBAGLIATA L’INCREDIBILE STORIA SUBITA DA PIERO MARRAS
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 03/10/2009 19.31.29
È stato il Gip di Grosseto Pietro Molino a mettere fine all’incredibile ed amara vicenda giudiziaria che ha coinvolto anche il concittadino Piero Marras.

Nel maggio dello scorso anno, Piero Marras è stato arrestato con l’accusa di traffico di armi in quanto complice di altri cinque indagati provenienti dalla limitrofe provincie toscane. Il fermo, l’arresto ed il carcere in attesa di processo, è stato disposto dal magistrato sulla base di intercettazioni telefoniche realizzate dalle forze dell’ordine di Grosseto. Ed è proprio per l’errata interpretazione del dialetto sardo che Piero Marras ha dovuto subire da innocente dieci mesi di carcere.

Il Gip Pietro Molino, dopo le ripetute richieste avanzate dai legali degli arrestati, ordinando una nuova perizia ha posto fine al clamoroso errore giudiziario. Dalla nuova perizia è venuto fuori che le telefonate riguardavano scambi di battute su argomenti inerenti la pastorizia e la produzione dei foraggi. Alcune espressioni erano state associate alle armi, in particolare secondo la prima sommaria traduzione alcune parole dialettali erano state scambiate per fucili e mitra.

Anche la perizia fonica aveva indotto in errore gli inquirenti perché i rumori di fondo delle registrazioni interpretati come il tipico suono dello scarrellamento delle armi in realtà erano colpi di cric su un automobile. Dopo le nuove indagini è stato lo stesso Pm Navarro a chiedere l’archiviazione definitiva del processo.

Questo però è successo alcune settimane fa, dopo cioè che Piero Marras e gli altri imputati hanno scontato da cinque a dieci mesi di carcere. La nuova perizia che ha restituito la verità è stata realizzata dai Ris di Roma e dall’ex maresciallo dei carabinieri Salvatore Sanna.

La vicenda del traffico della armi addebitata a Piero Marras ha creato non pochi problemi anche alla sua famiglia, non solo dal punto di vista etico e sociale, in considerazione della grande rilevanza mediatica che venne data all’operazione giudiziaria, ma anche economico perché quello prodotto da Piero Marras costituisce l’unica fonte di reddito del suo nucleo famigliare.

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