Il rame, legato con percentuali variabili di stagno e piombo, forma il bronzo. Questa lega pur molto resistente può subire seri danni se viene a contatto con sostanze particolarmente corrosive.
Il crocefisso in bronzo apposto dai padri Passionisti nella torre che sovrasta Porta San Marco da molti anni è diventato rifugio dei piccioni. Sulla testa coronata di spine di Gesù Cristo e sul braccio destro appeso alla croce si è accumulato un cospicuo strato di guano.
Gli escrementi dei piccioni, ormai stratificati, hanno iniziato a corrodere il bronzo. “Se gli elementi di corrosione di un manufatto in bronzo – affermano i restauratori di Tuscania - non vengono solubilizzati da agenti come può essere l’acqua piovana, tendono a formare una patina stratificata, compatta, di spessore variabile.
Quanto maggiore è lo spessore tanto più le superfici sono deteriorate da pustole, formazioni mammellonari e cristalline”.
Quindi per evitare ulteriori danni basterebbe semplicemente detergere con acqua o altri idonei prodotti il bel crocefisso di Porta San Marco. Il crocefisso è stato apposto nella Torre di San Marco nel primo dopoguerra, forse il 1947, per ricordare la missione dei predicatori Passionisti che si era appena conclusa. Il manufatto fu donato dalla famiglia Giansanti, il cui capofamiglia Amilcare Giansanti svolgeva l’attività di artigiano meccanico di mezzi agricoli.
Pur essendo esposto all’aperto, il crocefisso nelle parti danneggiate dal guano, non può “beneficiare” dei lavaggi naturali delle piogge perché collocato all’interno di una nicchia in tufo sovrastata da un piccolo cornicione ad arco. “In una prima fase può essere sufficiente la rimozione del guano evitando l’uso di prodotti corrosivi – affermano i restauratori di Tuscania – comunque successivamente in conformità ai tradizionali criteri di restauro, le fasi di intervento devono prevedere anche la stesura del protettivo per inibire la corrosione del bronzo”.
Al di la dell’aspetto relativo alla conservazione del patrimonio artistico e culturale molti cittadini sensibili alla rappresentazione simbolica del crocefisso, chiedono all’amministrazione comunale di intervenire, anche per motivi di rispetto dei sentimenti religiosi.