Pietro Borgi figlio è impegnato a ricostruire la memoria delle imprese sportive del padre Giuseppe Borgi detto “Peppitello”. Una ricerca che non può essere svolta negli archivi della biblioteca, perché le gesta del padre non hanno trovato spazio e attenzione nella cronaca dei primi anni cinquanta. “Peppitello” era un bracciante agricolo e come recentemente raccontato da Ugo Palombella nel bellissimo libro “Il mio tempo” per chi viveva di questo lavoro non c’era tempo per dedicarsi allo sport se non quello di provarsi nelle corse a cavallo.
Il cavallo infatti veniva usato come “mezzo” da lavoro e rimanere in sella qualche minuto in più per diletto non dava la sensazione di perdere tempo. Pietro Borgi però sa bene che suo padre è stato un grande fantino perché si è aggiudicato anche il prestigioso palio dei Santi Patroni.
Di questo successo è riuscito a rintracciare una foto d’epoca ma ancora non è stato in grado di ottenere precise informazioni sull’anno preciso in cui “Peppietello” ha potuto imbracciare il prezioso labaro dipinto del Palio. “Verosimilmente la gara dovrebbe essersi disputata tra il 1947 ed il 1950 – afferma Pietro Borgi – il cavallo era stato domato sempre da mio padre ed era di proprietà dell'azienda Filippi-Balestra, detta popolarmente di San Giuliano prima che diventasse proprietà dei Cavalieri di Malta. Ho chiesto aiuto a molti anziani ma finora nessuno ha saputo darmi notizie certe. Avrei necessità di ampliare il campo della ricerca per verificare se qualcuno si ricorda l'anno in cui “Peppitello” vinse il palio dei S.Martiri di Tuscania.
In quell’epoca le gare si svolgevano lungo il tratto della strada Martana che oggi collega il cimitero fino all’altezza dello svincolo con la variante realizzata negli anni ottanta”. Le vittoriose gesta di Giuseppe Borgi venivano condivise con l’inseparabile amico Olindo Polidori che lo accompagnava con la mansione del palafreniere. I due se pure di statura notevolmente diversa, il fantino poco sopra il metro e cinquanta ed il palafreniere poco al disotto dei due metri, rappresentavano nell’ambiente sportivo equestre dell’epoca il massimo della capacità tecnica nella difficile arte dell’addestramento dei cavalli da corsa.
L’impegno di Pietro Borgi per cercare di mettere un tassello mancante nel ricordo della vita di suo padre potrebbe essere banalizzato, risulta anzi estremamente contro corrente, oggi anche gli affetti ed i sentimenti si consumano in fretta. Perché perdere tempo “prezioso” per cercare di sapere in che anno un padre ha vinto un Palio di paese?