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CARTIERA - GLI OPERAI PROCLAMANO LO STATO DI AGITAZIONE
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 23/12/2009 10.21.43
L’AZIENDA - INIZIATIVA INCOMPRENSIBILE, DANNOSA ED IRRESPONSABILE

La situazione della più importante, ed unica, azienda industriale che da oltre un secolo, producendo carta, permette a decine di famiglie di ottenere un reddito, è tornata di nuovo difficilissima.

Mentre il curatore fallimentare è alla ricerca di un acquirente, gli operai tornati a lavoro dopo un lungo periodo di cassa integrazione a rotazione, hanno deciso di proclamare l’agitazione sindacale con il fermo degli impianti.

La direzione dell’azienda definisce dannoso e privo di ogni giustificato motivo il comportamento dei dipendenti che hanno intrapreso l’agitazione sindacale. Le ragioni degli operai fanno riferimento alle varie vicissitudini con alternanze di chiusura e apertura che continuano dal novembre 2008 e che metà luglio del 2009 a causa di un guasto al sistema elettronico, hanno fermato la cartiera che è tornata a produrre solo a metà dicembre.

I dipendenti lamentano il mancato pagamento della busta paga dei mesi di ottobre e novembre e della tredicesima. Alla ripresa della produzione l’azienda, sostengono gli operai ha promesso che entro il 18 dicembre avrebbe saldato la mensilità di ottobre e entro la fine dell’anno una parte della tredicesima.

Così non è stato e i dipendenti con l’avvicinarsi delle festività natalizie si sono ritrovati con circa 400 euro che non bastano nemmeno per pagare l’acqua potabile e tutte le altre bollette. Si può immaginare il disagio dei dipendenti, in special modo coloro che sono monoreddito e che hanno una famiglia da mantenere.

Dopo vari tentativi di trattativa che si sono risolti con un nulla di fatto, la rabbia è sfociata venerdì 18 dicembre con l’entrata in stato di agitazione sindacale il fermo degli impianti. L’azienda invece offre una versione completamente diversa dei fatti. “Avevamo raggiunto un accordo con le maestranze – dichiara l’azienda - che permetteva di ritornare a produrre e quindi ad assicurare un futuro sereno non solo all’azienda ma anche ai lavoratori e alle loro famiglie.

Tutte le maestranze, senza alcuna eccezione, hanno convenuto con noi che dopo quattro mesi di fermo della produzione, causati dalla necessità di inderogabili lavori di ristrutturazione che in qualità di gestori della cartiera abbiamo dovuto prima concordare con la curatela fallimentare, c’era bisogno di attivare un accordo per permettere la ricostituzione della liquidità necessaria alla ripresa dell’azienda.

L’accordo prevedeva la dilazione dei salari di ottobre e novembre. Nell’accordo avevamo comunque garantito il pagamento della prima mensilità prima delle feste natalizie, una promessa sostenuta sulla base della disponibilità delle nostre linee di credito. Invece per far fronte ad una precisa richiesta dei dipendenti, pur non avendola programmata, abbiamo anticipato una parte di quanto dovuto lo scorso venerdì.

Nonostante questo, improvvisamente i lavoratori capitanati dal sindacato, hanno rotto l’accordo in essere, richiedendo per la continuazione dell’attività produttiva il pagamento immediato non solo della mensilità di ottobre, ma anche di novembre, tredicesima e addirittura il saldo del mese di dicembre non ancora terminato!

A fronte di tali assurde richieste, per di più inoltrate di venerdì sera e successivamente al blocco produttivo già in essere, l’amministrazione della cartiera è rimasta in evidente impossibilità di proseguire qualsiasi tipo di trattativa. Il blocco dell’attività risulta un atteggiamento quanto meno irresponsabile che arreca notevoli danni all’azienda che con tanta fatica, dopo quattro mesi di fermo, è riuscita a recuperare rapporti commerciali con tutti i più importanti clienti.

Abbiamo provveduto ad avvisare gli operai che abbandonando il posto di lavoro sono venuti meno agli obblighi contrattuali, senza avere cura tra l’altro di mettere in sicurezza gli impianti”. Adesso i dipendenti e il sindacato hanno chiesto di incontrare l’azienda negli uffici del Prefetto.

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