(OnTuscia) - VITERBO - (md) “La crisi deve tradursi, anche nella Tuscia, in occasione per realizzare un grande processo di innovazione, che non può che ricevere impulso da una rinnovata coesione territoriale”. E' la sfida indicata dal segretario, Adalberto Meschini, nella relazione introduttiva e, insieme, il messaggio della quindicesima assemblea elettiva provinciale della Cna di Viterbo, che si è riunita, questa mattina, presso la sala conferenze della Camera di Commercio, alla presenza dei 104 imprenditori delegati dalle 25 assemblee delle sedi territoriali, delle Unioni, di Cna Impresa Donna e Cna Pensionati.
Il ricco dibattito, al quale è intervenuto il segretario generale della Cna, Sergio Silvestrini, si è chiuso con la elezione, all'unanimità, del nuovo presidente, della presidenza e della direzione provinciale (una squadra di 52 dirigenti). Sarà Angelo Pieri, titolare di una impresa edile con sede a Tuscania, presidente di Artigiancoop, a guidare l'associazione nei prossimi quattro anni, affiancato da quattro vicepresidenti: Miranda Boi, Fabrizio Proietti, Giuseppe Proietti ed Ezio Rocchetti.
Meschini è stato confermato segretario, sempre con voto unanime.
Un ringraziamento caloroso è stato rivolto a Enio Gentili, che ha lasciato la carica di presidente dopo due mandati (come previsto dallo statuto), “per aver dato sempre un esempio di correttezza, onestà e stile” nella vita di una associazione che esprime, oggi, la forza di 4.288 imprenditori su 8.400 aziende artigiane attive (nel sistema Cna, Viterbo è al secondo posto, dopo Forlì, per il numero di imprese associate in rapporto agli iscritti nell'Albo dell'artigianato) e svolge il prezioso ruolo di rappresentanza di un mondo che crea benessere e garantisce la tenuta sociale delle nostre comunità. A conferma di ciò, l'attenzione delle istituzioni e delle forze economiche e sociali verso la stessa assemblea, alla quale ha portato il saluto il presidente dell'Ente camerale, Ferindo Palombella: sono stati presenti ai lavori il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, con l'assessore allo sviluppo Economico, Paolo Muroni, il presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli, il consigliere regionale Giuseppe Parroncini, i rappresentanti delle associazioni di categoria, della Cgil e degli istituti di credito.
La sfida dell'innovazione, dunque, per guardare oltre una crisi che non è come le altre, ma “è di sistema, perché mette in discussione il modello di sviluppo, ed esige che siano fissate finalmente nuove regole affinché la competizione sia possibile”, ha detto Pieri, puntando sull'urgenza della semplificazione del rapporto tra pubblica amministrazione da un lato e cittadino e impresa dall'altro e rimarcando che “c'è bisogno di velocità nel cambiamento”.
Le piccole imprese sono pronte a ripartire. O meglio, non hanno mai smesso di lavorare. Nonostante, per esempio, in Italia la tassazione sul lavoro resti tra le più alte in Europa (44 per cento contro la media del 34), la burocrazia sia soffocante, i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione mettano a rischio persino la sopravvivenza di molte attività. Ripartire, significa, per questo sistema vitale, “partecipare -ha sottolineato Meschini- a una profonda rivoluzione strutturale e culturale”. E ciò è possibile se ci creano le condizioni per la valorizzazione del capitale umano e delle potenzialità che l’imprenditoria diffusa possiede.
Subito -è l'appello rivolto, in questi giorni, dalla Cna al governo attraverso una campagna stampa nazionale- misure di contrasto alla crisi. “Si rimettano in moto le opere pubbliche, si intervenga drasticamente per compensare i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione e si assumano decisioni per ridurre la spesa pubblica, per semplificare la burocrazia, per attuare le liberalizzazioni, per riformare la previdenza. Si adottino provvedimenti che facciano ripartire i consumi. Si abbassi e si rimoduli la pressione fiscale”, ha precisato Meschini, rilevando come, per fronteggiare la tempesta finanziaria ed economica, l'esecutivo abbia destinato alla piccola e media impresa, dunque al mondo che produce il 45 per cento del Pil, appena il 10 per cento delle risorse contro il 90 concesso alla grande industria, e chiedendo “il pieno riconoscimento dell’artigianato e delle pmi quale forza fondamentale per il cambiamento”.
“Nel pacchetto di proposte della Cna, c'è anche la moratoria, per un anno, per le imprese in crisi, delle rate di mutui e finanziamenti”, ha ricordato Silvestrini, con toni di preoccupazione per il crollo registrato, nel Centro Nord, nei settori della meccanica e della produzione e per la crisi della domanda, “la più grave dal 1929”.
Quale sviluppo? La Cna scommette sulla sostenibilità. Il segretario è stato chiaro: “C’è un tema da affrontare con coraggio, ovvero il degrado ambientale. Sono in evidenza, nell’agenda del nostro tempo, le questioni della lotta contro i cambiamenti climatici, dell’approvvigionamento delle fonti primarie di energia, di un nuovo modo di produrre e di consumare”. E, a questo proposito, ha citato l’economista indiano Amartya Sen, Premio Nobel 1988: servono “scelte politiche intelligenti e pragmatiche che partano da una visione più consapevole e umana della natura, del vivere sociale e responsabile”.
Anche il progetto dell’aeroporto, “infrastruttura da realizzare attraverso la concertazione, con la partecipazione dei diversi attori del territorio, tutti con pari dignità e ciascuno con le proprie prerogative, deve attivare azioni che permettano il dispiegarsi di potenzialità straordinarie, quali le risorse termali, rurali e ambientali, le ricchezze culturali e artistiche, per lo sviluppo dei turismi, e il rilancio della qualità delle produzioni”.
Le imprese vincono la scommessa se si aggregano (“L’aggregazione dà valore alle identità”), come indica lo slogan dell’assemblea elettiva della Cna, che recita: “Le imprese oltre la crisi, insieme per la crescita”.
La riflessione di Meschini sul percorso unitario intrapreso dalle associazioni imprenditoriali: “Non solo nel consiglio e nella giunta della Camera di Commercio, ma anche, per esempio, nella gestione degli strumenti di sviluppo locale, i Gal, o al tavolo di concertazione attivato dalla Provincia, hanno saputo esprimere un livello alto di cooperazione, oltre che capacità progettuale. In sintonia con un mondo delle imprese e, in generale, del lavoro che chiede senso di responsabilità e concretezza. Le associazioni, con Cna, stanno lavorando, con un disegno comune, per contribuire a rendere competitivo un territorio i cui punti di forza sono nella qualità delle sue risorse e nel suo capitale umano e sociale”, insomma nelle eccellenze.
Aggregazione e concertazione: ecco due parole chiave per la Cna.
Il giudizio sulla Regione, Ente che ha competenze specifiche in tema di crescita delle imprese: “Si è tornati a parlare di programmazione. Non è poco. C’è ora bisogno di una accelerazione in alcuni processi decisionali e nel varo di provvedimenti che possono tradursi nel rilancio delle attività per tante imprese, il piano casa e il nuovo piano energetico regionale, innanzitutto”.
Investire nel sapere; facilitare l’accesso al credito; costruire un welfare positivo: queste alcune delle priorità sulle quali si è soffermato Meschini.
Il tema del rafforzamento del sistema di competenze, per cogliere le opportunità che si sono aperte, in primo luogo nella green economy, è stato ripreso negli interventi. “Se non acquisiamo nuove conoscenze e competenze tecniche, se non ci specializziamo, rischiamo di non poter entrare in mercati che pure sono in espansione”, si è affermato.
Quanto al credito, resta fondamentale il ruolo della Cooperativa di garanzia Artigiancoop: nel primo semestre del 2009, i finanziamenti concessi sono aumentati del 50 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, da sei a nove milioni di euro. Di questi, 2 milioni e 752mila euro sono stati finalizzati alla liquidità, con un incremento del 239 per cento sui primi sei mesi del 2008. “Così difendiamo le imprese -ha evidenziato Meschini- dalla stretta creditizia”.