CRISI ECONOMICA :IL COMUNE SI IMPEGNI PER L’AGRICOLTURA
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 19/09/2009 5.45.19
“Se muore l’agricoltura muore anche Tuscania, questo sarebbe bene che venisse compreso dai nostri amministratori e dai rappresentanti politici ed istituzionali locali”. Con queste parole gli agricoltori di Tuscania si preparano ad un serrato confronto con l’amministrazione comunale. Il mercato agricolo è desolante.
Nei prezzi agricoli all'origine ad agosto si riscontrano, rispetto all'analogo mese dell'anno passato, marcate flessione per i cereali meno 31,2 per cento, per gli ortaggi meno 15,9 per cento, per il settore vitivinicolo meno 20,4 per cento e per quello dell'olio d'oliva meno 7,5 per cento. Il settore dei bovini mette a segno una flessione del 3,5 per cento. Ancora più accentuato, invece, il calo delle quotazioni dei prodotti lattiero-caseari, che rispetto ad agosto 2008, hanno avuto, in media, una diminuzione media del 15,1 per cento. In forte discesa, soprattutto, il prezzo del latte alla stalla, il cui livello è ormai inferiore a quello di venti anni fa.
“Di fronte a questo quadro desolante sappiamo bene che il comune può fare ben poco – dicono gli agricoltori – ci basterebbero però piccole e significative attenzioni al nostro settore. Una di queste potrebbe essere quella di convocare un consiglio comunale straordinario per discutere dei problemi del settore cerealicolo approvando un documento che solleciti il governo ad adottare iniziative più incisive.
Anche sul piano degli interventi anti crisi l’agricoltura è stata ignorata, l’economia di Tuscania è fortemente condizionata dal crollo dei prezzi agricoli. Se le nostre aziende chiudono o smettono di produrre cosa faranno gli artigiani che si occupano di macchine ed impianti agricoli, cosa faranno i braccianti agricoli e i salariati fissi, cosa faranno le famiglie che ricavano reddito dall’ indotto legato all’agricoltura. Non vogliamo alcun sussidio, vogliamo chiarezza sulla politica del nostro settore. Gli industriali hanno de localizzato per rimanere competitivi: noi non possiamo spostare le nostre terre”.