Il parco Umberto I è destinato a non trovare giustizia. Dopo anni di polemiche i cancelli del parco a ridosso delle mura castellane che si affacciano su viale Trieste sono ancora chiusi.
Il paese non riesce ad appropriarsi di quest’area verde a causa della cattiva gestione della sua apertura. A più riprese le diverse amministrazioni che si sono succedute hanno tentato di aprire il parco al pubblico salvo poi non riuscire a mantenere gli orari di chiusura ed apertura e preferire quindi di lasciarlo precipitare nel degrado.
Le scuse più frequenti sono quelle dovute alla mancanza di personale che si occupi appunto di aprire e chiudere le due entrate del parco ad orari stabiliti..una scusa che viene puntualmente accampata anche per il parco Torre di Lavello che spesso la notte rimane aperto e alla mercé dei vandali..una scusa che non trova giustificazioni.
A dire il vero in paese l’unico parco ad osservare rigidi orari di apertura e chiusura è “Il giardino” di viale Trieste, dove se ne occupa un privato che gestisce un chiosco all’interno. Che la soluzione sia proprio questa? Il parco Umberto II dispone già di una struttura che potrebbe accogliere un chiosco per la rivendita di cibi e bevande, un chiosco che potrebbero gestire dei privati dietro la manutenzione dell’area, la sorveglianza, e la chiusura dell’area nelle ore notturne.
Forse la vicenda si risolverebbe una volta per tutte e non continueremo ad assistere alla chiusura ingiustificata dei cancelli o ad i ripetuti atti vandalici che avvengono quando gli stessi rimangono aperti per giorni interi. Il cruccio per il parco in questione non è solo quello dell’apertura.
Che fosse un area dimenticata, in primis dalle istituzioni, era cosa nota ma oggi sembra che il triste destino del parco stia trascinando con se le vie circostanti: gli aghi di pino hanno letteralmente invaso la strada a ridosso delle mura di cinta, ostruendo i tombini ed offrendo riparo agli escrementi dei cani di quanti hanno scambiato questa zona dimenticata per una latrina degli amici a quattro zampe, rifiuti abbandonati per la strada fanno bella mostra tra le erbe infestanti, le stesse che hanno invaso il parco.
Una situazione insostenibile che non può essere giustificata dall’ubicazione della zona, nascosta, appartata, fuori dai circuiti del traffico ma non certo priva di fascino ed importanza:un isola pedonale naturale nel cuore del centro storico, una passeggiata privilegiata per raggiungere in quattro passi la chiesa della Madonna della Rosa dove spesso si incrociano turisti curiosi affacciati tra le sbarre di cancelli sempre più raramente aperti.
Valeria Sebastiani