PIANO CASA INTERDETTE MOLTE ZONE DI TUSCANIA
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 07/11/2009 17.25.21
Tra qualche giorno diventerà operativo il piano casa direttamente voluto dal governo Berlusconi e regolamentato nella piena autonomia dalla regioni. Il piano casa approvato dalla Regione Lazio è molto più restrittivo di quello di molte altre regioni.
Difatti sono esclusi da qualsiasi tipo di intervento anche i centri storici e le aree naturali protette, oltre chiaramentealle zone a rischio esondazione, le zone sottoposte a vincolo di inedificabilità assoluta, le fasce di rispetto dei territori costieri, dei fiumi e dei laghi.
Per Tuscania quindi tutti gli immobili che insistono nel centro storico e all’interno della riserva naturale non potranno beneficiare della possibilità di ampliare le cubature nel limite del 20% così come previsto per le tipologie edilizie che sorgono fuori da queste zone. Molti cittadini giudicano u errore questo divieto perché in molti casi, la possibilità di utilizzare i benefici del piano casa potrebbe migliore la situazione architettonica ed urbanistica anche nei centri storici e all’interno delle stesse riserve naturali.
“ Purtroppo c’è ancora chi giudica in modo ideologico un intervento di riqualificazione urbanistica o architettonica – afferma un cittadino che abita nel centro storico – si continua a fare di tutta l’erba un fascio senza capire che a volte un ampliamento di cubatura può risultare perfettamente funzionale al mantenimento o meglio ancora al ripristino delle caratteristiche originali di un fabbricato anche se sottoposto a tutela dei competenti organi di controllo e salvaguardia del patrimonio storico ed artistico. Nel centro storico di Tuscania ci sono decine di casi che usufruendo delle possibilità del piano casa potrebbero migliorare l’estetica, la rispondenza storica e la qualità della vita dei residenti.
Ed invece no anche questa volta nel Lazio ha prevalso la filosofia anacronistica e sbagliata del partito del no ad ogni costo. Non auspico certo la deregolamentazione sic et simpliciter che produrrebbe gravi danni. Andava garantita però, anche nei centro storici e nelle riserve naturali, la possibilità di realizzare quegli interventi che avrebbero potuto migliorare la qualità del patrimonio edilizio senza arrecare alcun danno, anzi al contrario avrebbero potuto migliore la situazione”.