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APERTURA STRAORDINARIA NOTTURNA DELLA GROTTA DELLA REGINA
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 27/08/2009 9.35.00
L’iniziativa in programma sabato 29 agosto è stata promossa ed organizzata dalla Coop. Curunas

La Coop Curunas in collaborazione con l’assessorato alla cultura del comune di Tuscania e la soprintendenza archeologica dell’Etruria Meridionale ha promosso ed organizzato l’apertura straordinaria notturna della “Tomba della Regina”. L’iniziativa particolarmente interessante e suggestiva, si svolgerà sabato 29 agosto, con inizio delle visite guidate al celeberrimo monumento etrusco dalle ore 21,30.



Le visite guidate saranno effettuate per gruppi al fine di garantire la migliore fruibilità del sito archeologico. Nell’area antistante la Tomba della Regina saranno proiettate su maxi schermo le immagini che rievocano il ritrovamento della necropoli dell’Olivo, gli arredi e gli oggetti etruschi rinvenuti nelle tombe e lo sviluppo storico delle campagne di scavo che si sono succedute durante gli ultimi cinquanta anni.

I visitatori al termine del percorso che sarà interamente illuminato da fiaccole romane potranno ristorarsi con alcuni dolci tipici di Tuscania degustando un ottimo vino della zona. La manifestazione giunge al termine di un “faticoso” lavoro di ripulitura della necropoli dell’Olivo. L’iniziativa risulta molto apprezzata dai cittadini: “La necropoli della Madonna dell'Olivo, - dice Luigi Pica - lasciata per troppo tempo senza manutenzione, ha ritrovato di nuovo lo splendore. La presidente della Cooperativa Curunas, Luciana Franci ha dato il meglio di se per portare a termine questa impresa, ha saputo trovare collaboratori che hanno riportato alla luce le tombe di questa straordinaria necropoli, da tempo sepolti dalla vegetazione. Forse se ci sarà la collaborazione e la partecipazione dei tuscanesi, riusciremo a far decollare il nostro turismo archeologico, uno strumento che può portare benefici finanziari a Tuscania”.

La Coop. Curunas ha inteso ringraziare pubblicamente i volontari che hanno partecipato all’operazione di ripulitura della necropoli dell’Olivo: “ Il loro contributo è stato determinante – afferma Luciana Franci – voglio ringraziare a nome di tutti Ciccio, l’Moro, Enzo la Gonna, Olindo Cosimelli e la sua ditta ed infine Franco Sili e la sua ditta”. La “Grotta della Regina” rappresenta ancora oggi un grande mistero archeologico. Molto interessante risulta la teoria elaborata dal concittadino prof. Mario Tizi più volte esposta in convegni specialistici e pubblicata nelle riviste archeologiche: “I tre livelli (della Grotta della Regina) richiamano la tripartizione del cosmo presente nella visione del mondo degli antichi, il labirinto simula le prove in cui è calata l’esistenza umana e l’oscurità totale è la situazione da cui liberarsi per avvicinarsi alla luce divina e accedere ad una rinascita interiore previa purificazione.

Il luogo costituiva cioè un percorso iniziatico dove l’adepto attraverso il dromos si immergeva nelle viscere della terra, quasi un ritorno al grembo materno propedeutico ad una nuova nascita, e dopo le prove veniva restituito rigenerato al mondo, a cui ritornava dal secondo ingresso. Se è ragionevolmente agevole comprendere la funzione del monumento, le cose si complicano quando si voglia rispondere a due ineludibili domande: di quale divinità si praticava il culto misterico e in quali secoli? Una datazione molto elastica degli inizi ci potrebbe portare al VII secolo quando le emergenze archeologiche attestano per Tuscania una notevole fioritura.

Le cose poi potrebbero aver subìto una evoluzione con la romanizzazione della Tuscia ed una inevitabile conclusione con il trionfo del Cristianesimo. Per la divinità che vi veniva venerata non dovremmo allontanarci dal vero indicando Artemide /Diana Nel Museo del Duomo di Viterbo, proveniente da Tuscania, è esposta una copia romana dell’Artemide di Efeso. Il luogo inoltre è indicato nei documenti altomedioevali come Valle di Diana e Vico Diano.
Nelle immediate vicinanze sorge infine la chiesa rinascimentale della Madonna dell’Olivo che insiste su una preesistente cella tricora di probabile origine paleocristiana. La sostituzione di Artemide con la Madonna è congruente con la prassi del cristianesimo, come pure il richiamo all’olivo. Questa, nel paganesimo, era una pianta consacrata alla madre Terra e l’olio che se ne ricavava era essenziale per l’unzione prevista nei rituali di iniziazione”.

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