IL LODO DI DESTRA di Luigi Cardarelli
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Luigi Cardarelli 07/10/2009 12.51.10
Cosa dire dello scandalo al comune di Viterbo,dell'"affaire" funzionario-imprenditore? Semplicemente che non ci meraviglia affatto, anzi ricalca quanto sta avvenendo a livello nazionale.
Il cavaliere chiama a raccolta contro la sentenza, per lui negativa, sul lodo Mondadori ed in preavviso sul lodo Alfano; benissimo, che sia ben chiaro che me ne resterò a casa.
L'ultima volta, dicembre 2006, partecipai a Roma appassionatamente, ma da quel giorno molto è cambiato. La nuova PDL ha di fatto scaricato qualunque politica di destra, tuffandosi in un penoso moderatismo (democristiano) ed ora non fa altro che inseguire e cercare i voti di Casini.
Che alla manifestazione ci vadano Mastella e sua moglie, Cirino Pomicino, Mara Carfagna e Tarantini, ci vada Feltri, Belpietro ma io no! Questo non è un governo di centrodestra, men che meno di destra, questo è solo il governo di Berlusconi e delle migliaia di ex del pentapartito, che lui ha riesumato.
Definire di destra la giunta comunale di Viterbo è ridicolo; quella è l'espressione di qualcuno che usa e adopera il cosiddetto "modello aziendale" sviluppato dal cavaliere. La cosa fondamentale per gli attori della PDL viterbese è di non avere un'opinione su niente ma asservire come ligi maggiordomi chi comanda e dirige.
Nei paesi anglosassoni costoro vengono chiamati "yes men" cioè persone che sanno dire solo di sì; ricevono poltrone ed incarichi in quanto sono semplicemente la "lunga mano" di chi li ha nominati.
Vedo qualche ex missino scontento e schifato che gira il naso dall'altra parte ma ormai è vinto, non più avvezzo alla battaglia ma alla mangiatoia, ingrassato ed infelice. Se i capi della pdl pensano di commuoverci con la storia del colpo di "stato" o facendo i nazionalisti per le morti italiane a Kabul, si sbagliano di grosso.
Verrebbe da promuovere per una volta un lodo di destra, visto che anche all'estero, non solo in Italia, molti cominciano a dire con forza "lui sì, che le cose le sapeva fare".
Luigi Cardarelli