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IL “COLLE DELLA LUCE” DEL PROF. MARIO TIZI
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 06/04/2009 16.10.09
UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DEL COLLE DI S. PIETRO A TUSCANIA

Il significato del Colle di san Pietro comincia ad uscire dalle nebbie, ancora una volta il prof. Mario Tizi dell’Archeo Tuscia, è riuscito a reperire straordinarie fonti storiche ed archeologiche che avvalorano le sue tesi sull’importanza religiosa, storica ed archeologica delle basiliche romaniche di Tuscania. In un lungo e dettagliato articolo che uscirà nelle prossime settimane nella rivista "I Beni Culturali", il prof. Mario Tizi argomenta e dimostra la teoria del “Colle della Luce”.

Questo uno breve stralcio della ricerca: “Di volta in volta è stata presa in esame o la facciata, o la pittura, o l’architettura o una basilica alla volta, dimenticando che i due monumenti sono intimamente connessi e insieme al colle costituiscono una vera e propria configurazione.

Il significato di essa, allora, appare chiaro solo quando chiesa di S. Pietro, chiesa di S. Maria Maggiore, colle e segni vengono studiati come intimamente correlati. E’ del resto una autorità come Richard Krautheimer, esperto di architettura paleocristiana e bizantina, a ricordarci che il simbolo non è precedente all’edificio di culto, né conseguente, ma si precisa e cresce all’interno di una configurazione.

E qual è il valore simbolico del Colle di S. Pietro? Tutti gli elementi analizzati portano ad un’unica conclusione: per pagani e cristiani il colle tuscaniese fu “il colle della luce”. Di una importante divinità solare nell’epoca pre-cristiana e di Cristo-Sole durante il cristianesimo emergente. I principali elementi che ci hanno condotto a questa conclusione sono il volto trifronte presente nella facciata di S. Pietro, sotto la bifora di sinistra e l’arco dislocato nel sagrato. Interpretato erroneamente come un demonio, il volto è in realtà una divinità pagana della quale la comunità cristiana vuole mostrare la natura demoniaca reiterandone la rappresentazione sopra la bifora.

Ma mentre sotto, la chioma è costituita da inequivocabili raggi solari, nel volto superiore compaiono le corna. E questo è un programma iconografico coerente con la situazione di IV-V secolo quando lo sforzo del cristianesimo era quello di battere il politeismo sul piano ideologico. E i Padri della Chiesa del tempo furono impegnati non tanto ad abbattere templi, quanto ad abbattere idee”.

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