Adì primo di Aprile 1770:Toscanella…e prima demolire la Porta vecchia di Poggio con gran parte de muri per porre detta Porta in mezzo alla strada Maestra, poi fare di nuovo li fondamenti necessarj, e formare tutta la Porta d’ordine Dorico con due Pilastri, e contro Pilastri, e stipiti nella Porta bugnati con suo Basamento, Capitello, Architrave, Freggio, e Cornicione parte di Pietra, e parte di materia, cioè tutto il basamento di Pietra di questa città di Nenfro……Lavori di scapellino per la Porta nuova da farsi in Poggio In Dei Nomine Amen, Die 10 aprile 1772…. Fu dato l’incarico di costruire la nuova Porta di Poggio al Signor Architetto Giuseppe Antolini di Viterbo basandosi su un suo disegno. Al punto 6 dell’accordo tra il signor Antolini e il Comune di Tuscania è riportato di seguito:
Che il campo del riquadro dentro di cui deve situarsi l’arme grande del Santissimo Pontefice debba farsi dal Muratore con materia segnata, e stabilita à cortina, e che nelli siti ove devono mettersi l’altre due arme laterali sia di muro, e non di pietra, così per patto e non altrimenti. La porta di Poggio così progettata e costruita durò nella sua integra struttura per due secoli e mezzo, praticamente fino al 1914 anno in cui fu aggiunta, a sovrastare l’arco, una torretta con l’orologio.
Rimase sempre vuoto il riquadro dove doveva essere inserito lo stemma del Santissimo Pontefice del tempo della sua costruzione, Clemente XIV. L’idea di occupare il riquadro si presentò intorno agli anni ‘50 in occasione dell’anno Mariano, nella nicchia fu appoggiato un busto bianco raffigurante la Madonna.
Chiaramente in netto contrasto con il progetto originario sia nei materiali usati che nei colori. Successivamente con un intervento che avrebbe reso ancor più grottesca l’opera, fu pensato bene di colorare la nicchia che ospitava l’immagine sacra, di azzurro e di aggiungervi la scritta “AVE MARIA”. E’ questa la situazione che si protrasse fino alla sera del terremoto del 6 Febbraio 1971.
Durante i lavori di restauro dell’intero centro storico, l’
Ing. Testaguzza, soprintendente ai lavori, si rese conto che l’immagine sacra era fuori armonia con l’intera struttura dell’arco cosi come pure la torretta dell’orologio. Ma mentre la seconda ormai aveva un valore storico-affettivo per i tuscanesi, lo stesso non si poteva dire per l’immagine sacra, così fu deciso di trasferirla all’interno della cattedrale di Tuscania dove rimase per 40 anni.
Oggi, 8 agosto 2009, viene ripristinato un errore degli anni 50, s’inserisce di nuovo un elemento in contrasto con l’intera struttura dell’arco riportando nella nicchia vuota da 40 anni l’immagine della Madonna.
Il busto di Maria non ha mai acquisito quel valore storico o di tradizione che le si vuole dare, l’immagine per soli vent’anni ha occupato una nicchia non sua ma per ben quarant’anni è stata venerata dai fedeli della chiesa di San Giacomo.
Marco QUARANTOTTI Valeria SEBASTIANI.