STORIE DI SCORIE - IL PERICOLO NUCLEARE ITALIANO - di e con ULDERICO PESCE
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 18/07/2009 7.04.41
Domenica 19 luglio nel panorama mozzafiato dell’anfiteatro Parco di Lavello, “Tuscania Festival” accoglie un testo intenso che ricostruisce l’avvento dell’industria nucleare italiana, il pericolo che ancora oggi rappresenta e il funzionamento tecnico di una centrale atomica: Storie di scorie di e con Ulderico Pesce. Lo spettacolo si inserisce nell’ambito della rassegna estiva Il senso dei luoghi promossa dall’assessorato alla Cultura, sport e spettacolo della Regione Lazio e realizzata dall’Associazione teatrale fra i Comuni del Lazio (Atcl). Al centro dello spettacolo la vita di Nicola, figlio di un contadino del Metapontino e addetto alle pulizie nel deposito nucleare della Trisaia di Rotondella (Matera). Lì, negli anni ’60, arrivarono 84 barre di uranio radioattivo provenienti dagli Stati Uniti delle quali 64 sono ancora conservate nel deposito lucano, altre riprocessate, altre ancora conservate nel deposito nucleare della Casaccia, 25 chilometri a nord-est di Roma. Nicola scoprì e denunciò illeciti da parte dell’Enea e fu ben presto licenziato. Successivamente partì volontario per la Bosnia dove respirò polvere di proiettile all’uranio e si ammalò. Tornato in Italia, fece domanda di lavoro alle poste italiane e fu assunto come postino a Saluggia (Vercelli). La piccola casa che prese in affitto era sulla Dora Baltea, la finestra si affacciava proprio sul deposito nucleare del luogo. A novembre del 2003 decise di tornare in Lucania per partecipare alla protesta contro il decreto 314 emanato dal governo, secondo il quale a Scanzano Jonico, paese dove è nato e dove suo padre ha un’azienda agricola, dovrà nascere il deposito unico di scorie nucleari italiane. Nicola sarà tra gli organizzatori della protesta contro il decreto e comincerà a informare la popolazione sul pericolo del deposito nucleare della Trisaia di Rotondella e nel contempo denuncerà la situazione di alto rischio in cui vivono oggi i depositi nucleari di Latina, della Casaccia di Roma, di Caorso ed altri ancora. Il lavoro teatrale ricostruisce inoltre varie indagini giudiziarie e denuncia metodi di lavoro spesso improvvisati da parte dell’Enea, che fino all’agosto 2003 ha gestito i depositi nucleari presenti in Italia, successivamente gestiti dalla Sogin. Con questo spettacolo Ulderico Pesce ha ricevuto il premio nazionale Legambiente 2005.