Carissimo Gigi, leggo su Toscanella il testo di una lettera a firma del responsabile provinciale di un'associazione, che avvisa che domenica 18 settembre verrà posizionato un busto, in sostituzione di quello che è scomparso, all'interno di un parco cittadino.
Sono sempre molto rispettoso delle opinioni degli altri, anche se non le condivido, quindi non mi dilungo sull'opportunità di avere questo busto o meno. Allo stesso tempo deploro chi ha compiuto il furto del precedente.
Vorrei però soffermarmi su due elementi che hanno attirato la mia attenzione. Il primo è che nella lettera si cita il Comune di Tuscania come ente patrocinante. Il secondo è il tono della lettera. Le due cose sono strettamente connesse.
Chi ha scritto la lettera si è lasciato prendere dall'enfasi ed ha colorito in modo esagerato e non senza retorica, alcuni fatti, asserendo che il re, nel 1971 si trovava in "esilio ingiustamente patito", per poi rafforzare il concetto dicendo che lo stesso era "confinato all'estero da una legge iniqua".
La Costituzione della Repubblica non può essere giudicata "legge iniqua" da nessuno, nemmeno con la scusante dell'enfasi o della passione politica. Ognuno è responsabile di ciò che dice e di ciò che scrive, ma non credo sia accettabile che l'Amministrazione di Tuscania tolleri o addirittura sostenga chi si avventura a definire la legge fondamentale della Repubblica in modo così irrispettoso.
Giova ricordare ai più giovani che la Costituzione della Repubblica, nella XIII disposizione transitoria, prevedeva che gli eredi della casa Savoia non potessero transitare o permanere all'interno della Repubblica Italiana. Che piaccia o meno, queste erano le disposizioni e nessuno può permettersi di definirle in modo irrispettoso, né possono essere tollerati giudizi irriverenti, con il silenzio complice o con il patrocinio di un'azione annunciata in modo così sprezzante della legge fondamentale della nostra Repubblica.
Spero che questa mia riflessione, che ti chiedo di pubblicare sul tuo blog, possa portare chi di dovere a chiarire l'intera vicenda.
Giuseppe Catalini