“Un esempio di buona ricostruzione”.
A Tuscania alle 19,09 del 6 febbraio del 1971 i sismografi registrano una violenta scossa sismica. La terra trema: trentuno morti e centinaia di feriti. Gran parte del paese diventa un cumulo di macerie.
“Il paese era tutto distrutto – racconta Luciano Laici al Tg2 -. Fortunatamente con la solerzia e la capacità degli amministratori in 20, 30 anni è stato tutto ricostruito. E’ un esempio da portare in Italia”.
Tra gli artefici di questa ricostruzione, spiega il giornalista Andrea Martino, c’è l’ingegnere capo del Genio civile Otello Testaguzza. L’ingegnere di ferro, come era conosciuto, fu tra quelli che ebbe il compito di riportare Tuscania a come era prima del terremoto.
Nella basilica di san Pietro, ad esempio, nulla fu cambiato: tutte le pietre tornarono al loro posto. Per una ricostruzione fedele, l’ingegnere riprese le mappe e i documenti del catasto gregoriano.
Negli anni ’70, nessuno credeva fosse possibile. “Ho intesa un gran tremolio. Ho ballato almeno 6, 7 secondi”. “La mia casa non c’è più”. “E’ stato un disastro. Una cosa tremenda. Per ricostruire Tuscania ci vorranno vent’anni. E dico poco”. Raccontavano ai giornali dell’epoca i sopravvissuti.
Ma così non è stato. Quarantacinque anni dopo Tuscania è di nuovo in piedi. Bella, come lo era prima. Un esempio di buona ricostruzione, da cui partire per ridare nuova vita ad Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto.
Ecco il video realizzato da Toscanella: