Ricevo da Tarquinio II (persona a me nota) e pubblico nel mio blog.
Prendendo lo spunto dall'intervento di una signora in un commento del Blog di Toscanella, sulle notizie sparse ad arte o senza arte sulla quota da pagare per la frequenza dei figli alle lezioni di catechismo, vorrei fare alcune considerazioni su quello che sta succedendo nella parrocchia di Tuscania. La signora dice:
“...Ho fatto un rapido calcolo sul totale degli anni di catechismo moltiplicato per due (tanti sono i suoi figli) ed è venuta una discreta somma… ma del resto un tempo le indulgenze si pagavano.
E' matematicamente giusto quello che dice la signora; ma vorrei sapere se ha mai fatto i calcoli delle spese per l'acquisto di due telefonini che hanno i suoi figli e su quanto costano al mese…
La signora allora mi risponderà che quelli sono cavoli suoi. Giusto! E i problemi della parrocchia sono cavoli della comunità e non solo del parroco.
Il vescovo emerito della nostra diocesi di qualche anno fa, in una sua omelia, una delle tante che duravano come una genealogia della Bibbia, disse una frase che m'è rimasta scolpita nella memoria. “Ma chi l'ha detto che bisogna essere cristiani per forza?”
Come dire: Se a certi cristiani non vanno bene le cose che riguardano la nostra religione, i preti, la conduzione della parrocchia o non so che altro, scelgano un'altra religione.
Ce ne sono a bizzeffe: l'Islam, il Buddismo, lo Scintoismo, il Confucianesimo, il Protestantesimo con tutte le sue sette, i Testimoni di Geova… e mi fermo qui.
Ho letto qualche tempo fa il proclama scritto e distribuito a mo' di volantinaggio dai fedeli di Padre Pio e dopo la lettura mi sono chiesto se Padre Pio avrebbe firmato quel bollettino di Guerra. Io penso di no, semplicemente perché credo in Padre Pio, ma non nei suoi seguaci.
E veniamo all'argomento del contendere.
Siccome le casse del Comune sono vuote come le zucche lardare, le scuole devono provvedere loro a certe spese, come i rotoli della carta igienica, e altre cose, ma mi risulta che a questa imposizione, perché di imposizione si tratta, non ci sia stata nessuna guerra fratricida. Contro la chiesa, invece, sì!
Capisco che in questi tempi dare addosso ai preti, alla Chiesa, alla religione sia uno sport praticato da molti, ma prima di buttare bordate di fango contro i preti, e soprattutto contro il nuovo parroco, sarebbe bene che le persone si informassero senza credere alle prime dicerie che hanno la stessa certezza delle chiacchiere dette, tanto tempo fa, a Fontana Nova o al forno della Civerga.
E' inutile che vada avanti a raccontare ciò che è accaduto, anche tra i preti, quando il vescovo ha accorpato le due parrocchie. La storia la conosciamo tutti, ed è inutile rivangare certi comportamenti che hanno brillato di fronte alle decisioni del vescovo.
E diamo fiducia al parroco.
Capisco che ciò che in un laico si compatisce e su cui ci si passa sopra e si scusa con mille raggiri, in un sacerdote, in un'anima consacrata non si perdona. In fondo è quasi giusto, però prima di giudicare bisognerebbe mettersi nei panni di quel povero giudicato. E tante conclusioni non sarebbero state tirate prima che si conoscessero a fondo le cose.
Oggi purtroppo il tipo di prete che abbiamo conosciuto nel passato, soprattutto noi di una certa età, sta scomparendo come tutte le razze rare. E c'è di più' perché c'è chi pensa che il mondo sarebbe più libero, se avesse meno preti che disturbano le coscienze. Ma io credo che se nel mondo scomparissero i preti succederebbe quello che è successo un venerdì di qualche anno fa alle tre del pomeriggio: cadrebbero le tenebre.
E' spaventoso credere che alle tre del pomeriggio di un giorno qualsiasi possono cadere le tenebre sul mondo. Sono convinto però che se anche questo dovesse accadere, tutti noi dovremmo rimanere convinti che le tenebre dureranno solo tre giorni.
Tarquinio Secondo