Fonte: Corriere di VT
Il cippo del Re Umberto II a Tuscania non ha più la testa. Rubata, divelta, rimossa? Ad oggi la domanda è ancora senza una risposta ufficiale. A pochi passi dal cippo del Re, nella chiesa di San Marco e quasi contemporaneamente, è stato sottratto a Sant’Antonio il bambinello che teneva in una mano.
Due furti? Oppure due atti vandalici considerato il valore irrisorio dei beni sottratti. Su entrambe le circostanze stanno indagando le forze dell’ordine. La titolazione dell’allora parco delle Casacce, era il 1994, al Re Umberto II, l’ultimo della dinastia dei Savoia, fece divampare forti polemiche che superarono i confini di Tuscania, con interrogazioni al Prefetto di Viterbo e prese di posizione di personaggi della politica nazionale come Borghezio che intese dichiarare: “Sarò presente domani mattina, 25 settembre, alla cerimonia che si svolgerà a Tuscania per l'intitolazione di un parco cittadino ad Umberto II di Savoia, voluta dalla cittadinanza con coraggiosa, autonoma deliberazione del suo Consiglio Comunale”.
L’idea di cambiare nome al parco delle Casacce, voluta dall’allora sindaco Regino Brachetti, che pure tenne a precisare di non essere monarchico, venne invece giustificata come atto riparatore: “un modo - dichiarò Brachetti - per riparare ad una grave gaffe nei confronti dei monarchici, che non invitammo, per dimenticanza, alla manifestazione organizzata per ringraziare tutte le organizzazioni che all’epoca del terremoto del 1971 ci fornirono sostegno”. Oggi la decapitazione del cippo del Re Umberto II, dopo così tanti anni dalle polemiche, non può essere attribuita ad opera di oppositori politici.
Diverse invece le considerazioni dei cittadini sull’atto sacrilego. L’ignoto autore ha letteralmente strappato il bambinello dalla mano destra di Sant’Antonio.