Fonte: ViterboNews24
I sindaci Bartolacci, Bigiotti e Camilli sulle intimazioni della partecipata.
Dopo la lettera inviata da Talete ai Comuni del Viterbese che ancora non hanno ceduto il servizio idrico alla società, rispondono i sindaci di quelle realtà virtuose che hanno intentato un ricorso al Consiglio di Stato per non far gestire l'acqua pubblica alla partecipata, preoccupati dei maggiori costi che i cittadini dovranno sostenere in futuro se avverrà il discusso passaggio.
Nella missiva, inviata qualche giorno fa, la Talete si mette a disposizione dei Comuni per chiarimenti su qualunque questione in merito al passaggio del servizio idrico. Ma quello che non va giù ai primi cittadini di metà del territorio della Tuscia è l'intestazione della lettera, in cui Talete ricorda che se non avverrà il passaggio della gestione dell'acqua allora si potrà procedere con il commissariamento. Se non è una minaccia, poco ci manca e così è stata interpretata dai Comuni.
Per Francesco Bigiotti, sindaco di Bagnoregio, ''la Talete non ha poteri per fare commissariamenti - spiega -, questo tipo di poteri li ha la Regione. Nella lettera la società mette a disposizione le sue strutture per chi decide di cedere il servizio idrico. Non è la prima lettera del genere che Talete manda, ne sono arrivate parecchie in questi anni, certo nessuno vuole essere fuorilegge, io sono stato un po' contro al trasferimento perché ho reputato che ci fossero condizioni migliori per i cittadini''. ''Il problema è che la legge Galli è sbagliata - continua il primo cittadino di Bagnoregio -, per ora c'è un ricorso pendente e la Talete ci ricorda che ci deve essere il passaggio del servizio, per adesso aspettiamo nei prossimi giorni faremo delle valutazioni serene con le maggioranze, ma in questi anni abbiamo dato, anche se tra mille difficoltà, risposte concrete sul territorio in merito al servizio idrico''.
Per Piero Camilli, sindaco di Grotte di Castro, la questione è molto semplice. ''Non metterò mai il servizio idrico del mio Comune nelle mani di un'azienda che è strafallita e che va avanti con i bilanci accomodati e artefatti - incalza -. Per ora c'è il ricorso al Consiglio di Stato sulla questione poi vedremo. Purtroppo questa è l'Italia''.
''Per prima cosa c'è un ricorso pendente e credo che Talete debba tenerne conto - interviene Fabio Bartolacci, sindaco di Tuscania -. Secondo poi, la Talete non è un soggetto che ha l'autorità e la capacità di poter commissariare un Comune, qualunque esso sia, figuriamoci quello di Tuscania. Terzo, nella poca chiarezza della lettera non ho capito l'opportunità di questa società di scriverci e quindi io credo che a questo punto bisogna mobilitarsi per far finire questa situazione che porta solo problemi sul piano amministrativo''.
Il tira e molla tra la Talete e i Comuni viterbesi, con in mezzo la Regione Lazio, continua. Ma il momento delle decisioni è rimandato a dopo la sentenza del Consiglio di Stato.