Ora che il Consiglio Comunale ha messo il punto definitivo su questo “antieconomico ed ingestibile Consorzio”, così definito dal sindaco di Tuscania, vorremmo capire, visto che le nostre reiterate richieste di incontri chiarificatori e gli impegni presi sono stati puntualmente disattesi, quale destino è previsto per i lavoratori e ci chiediamo:
- è possibile smantellare e distruggere un ente da parte di una pubblica amministrazione senza tener conto del futuro occupazionale di chi ci lavora?
- il sindaco non si è preoccupato o si è forse dimenticato che ci sono nove dipendenti, quindi nove famiglie, che non sanno ancora quali siano le loro future prospettive lavorative?
Normalmente, un primo cittadino che si rispetti, in ogni crisi di azienda anche privata o comunque crisi occupazionale in genere, interviene politicamente per ricercare soluzioni e scongiurare la potenziale perdita di posti di lavoro. In tutti i processi di riorganizzazione o revisione di enti o società, insieme al problema economico si affronta contemporaneamente quello della sorte dei lavoratori, concordando un percorso che dia a tutti le dovute garanzie.
In questa vicenda, assurda ed inverosimile, si fa un salto nel buio. Oltre a procedere senza confrontarsi con nessuno, non si spende una parola né si fa cenno sugli atti riguardo alle prospettive occupazionali dei dipendenti. Ma la cosa ancora più grave è che il sindaco, lavandosene le mani, affida tutta la gestione della procedura di scioglimento ad un fantomatico liquidatore.
Siamo fortemente preoccupati dell’atteggiamento del primo cittadino, perché di solito quando la politica si tira fuori e non fa chiarezza sugli obbiettivi, significa che c’è del lavoro sporco da fare ed e meglio che lo facciano altri. Questa scelta “pilatesca”, che rischia di mettere a repentaglio posti di lavoro, non è accettabile e sicuramente non solleva nessuno dalle proprie responsabilità.
Naturalmente, per quanto ci riguarda, nel respingere e contestare questo arrogante e scriteriato modo di agire, attiveremo tutte le possibili azioni sindacali, ricordando che è ancora in piedi lo stato di agitazione, oltre ad avviare azioni legali a tutela dei lavoratori sia per l’aspetto giuridico/economico che occupazionale, non trascurando la possibilità di una denuncia alla Procura della Repubblica.
Viterbo, lì 31 Ottobre 2016
CGIL FP, CISL FP, UIL FPL
Cinzia Vincenti, Renato Trapè, Lucio Corbucci