Cooperativa produttori agricoli - Manifesti con nomi e cifre dei debitori - Francesco Casella, procuratore della coop, spiega le ragioni di un'azione clamorosa.
“Non c’è la volontà di pagare”. Francesco Casella è il procuratore della Cooperativa produttori agricoli di Tuscania e dopo i manifesti affissi in paese, con riportati nome, cognome di debitori e le cifre dovute, spiega le ragioni di un’azione clamorosa. Ha fatto discutere l’intera cittadina e non solo. L’azienda che è stato chiamato a risanare non naviga in buone acque e le somme dovute non riesce a riscuoterle. Da qui la decisione. Serviva qualcosa di forte.
Chi sono i debitori del consorzio?
“Sono tutti soci – dice Casella – che hanno acquistato merci, ma che poi non hanno pagato. Anche da anni”.
“Sono tutti soci – dice Casella – che hanno acquistato merci, ma che poi non hanno pagato. Anche da anni”.
Perché ha scelto di mettere in piazza nomi, cognomi e cifre dei debitori?
“Non ho voluto mettere nessuno alla gogna, ho spedito 400 lettere ai soci chiedendo umilmente la restituzione del debito, mettendomi a disposizione. Siamo arrivati anche a stabilire un rientro di cento euro al mese per un debito di seimila. Ma i soldi non rientrano. Qualcuno ben oltre i diecimila euro, mi ha rinviato a settembre 2017. Non c’è la volontà di pagare, in un’area di gente onesta. Tuscania ha un indice d’insolvenza bassissimo, documentato dalle banche. Dovevo fare qualcosa, lanciare un segnale importante”.
“Non ho voluto mettere nessuno alla gogna, ho spedito 400 lettere ai soci chiedendo umilmente la restituzione del debito, mettendomi a disposizione. Siamo arrivati anche a stabilire un rientro di cento euro al mese per un debito di seimila. Ma i soldi non rientrano. Qualcuno ben oltre i diecimila euro, mi ha rinviato a settembre 2017. Non c’è la volontà di pagare, in un’area di gente onesta. Tuscania ha un indice d’insolvenza bassissimo, documentato dalle banche. Dovevo fare qualcosa, lanciare un segnale importante”.
Segnale importante, ma anche rischioso…
“So il rischio che corro, mi sono messo in prima persona. Avendo la procura generale, ho definito tutto da solo e sono mie le responsabilità, è un’iniziativa personale di Francesco Casella”.
“So il rischio che corro, mi sono messo in prima persona. Avendo la procura generale, ho definito tutto da solo e sono mie le responsabilità, è un’iniziativa personale di Francesco Casella”.
Di che cifra stiamo parlando?
“Un milione e mezzo di euro d’esposizione. Ma ci sta perché abbiamo beni immobiliari molto importanti, superano i cinque milioni di euro in valore. Però le banche mi dicono, dottor Casella, il piano industriale che avete presentato è ottimo. Tuttavia, a dare soldi a un consiglio d’amministrazione fatto per lo più di agricoltori, che garanzia abbiamo?”.
“Un milione e mezzo di euro d’esposizione. Ma ci sta perché abbiamo beni immobiliari molto importanti, superano i cinque milioni di euro in valore. Però le banche mi dicono, dottor Casella, il piano industriale che avete presentato è ottimo. Tuttavia, a dare soldi a un consiglio d’amministrazione fatto per lo più di agricoltori, che garanzia abbiamo?”.
Se la situazione non cambia, che rischi si corrono?
“Se tutto rimane così, ci potrebbe essere il rischio molto, molto, lontano di un commissariamento. Se mi dovessi dimettere o essere rimosso, arriverebbe un altro manager che s’imponga. Io ho atteso quattro mesi. Ci sono pressioni. In questo breve periodo abbiamo abbassato i costi di 150mila euro, preservando le forze lavorative”.
“Se tutto rimane così, ci potrebbe essere il rischio molto, molto, lontano di un commissariamento. Se mi dovessi dimettere o essere rimosso, arriverebbe un altro manager che s’imponga. Io ho atteso quattro mesi. Ci sono pressioni. In questo breve periodo abbiamo abbassato i costi di 150mila euro, preservando le forze lavorative”.
Qual è il suo ruolo?
“Io sono un manager insediato con un gruppo di lavoro, due avvocati, un analista finanziario e un esperto in marketing. Una consulenza per due anni. Devo portare in bonis la cooperativa, lo ha deliberato il consiglio d’amministrazione e lo stesso la procura generale, mi è stata assegnata sempre dal cda”.
“Io sono un manager insediato con un gruppo di lavoro, due avvocati, un analista finanziario e un esperto in marketing. Una consulenza per due anni. Devo portare in bonis la cooperativa, lo ha deliberato il consiglio d’amministrazione e lo stesso la procura generale, mi è stata assegnata sempre dal cda”.
La crisi in questa situazione, non c’entra?
“Non c’entra. Ho preso accordi con le banche per sistemare i conti pregressi. C’è stata ottima disponibilità. L’azienda, con quello che deve pagare alle banche è sostenibilissima. Magazzino, ferramenta, col negozio per la vendita al minuto, abbiamo incrementato i margini di guadagno, pure con un minor fatturato. Perché si fa meno credito”.
“Non c’entra. Ho preso accordi con le banche per sistemare i conti pregressi. C’è stata ottima disponibilità. L’azienda, con quello che deve pagare alle banche è sostenibilissima. Magazzino, ferramenta, col negozio per la vendita al minuto, abbiamo incrementato i margini di guadagno, pure con un minor fatturato. Perché si fa meno credito”.
Cosa si aspetta adesso?
“Occorre che la popolazione e i soci comprendano. La cooperativa farebbe gola a imprenditori. Seri o meno. L’ho detto ai soci. Se non interessa più, la si cede a un imprenditore privato. Come successo in Maremma. Magari riescono dare lavoro non a sette, ma a trenta persone. Stamani c’è stata una processione di soci per i soldi dei conferimenti. Però nessuno si preoccupa di come stiamo andando”.
“Occorre che la popolazione e i soci comprendano. La cooperativa farebbe gola a imprenditori. Seri o meno. L’ho detto ai soci. Se non interessa più, la si cede a un imprenditore privato. Come successo in Maremma. Magari riescono dare lavoro non a sette, ma a trenta persone. Stamani c’è stata una processione di soci per i soldi dei conferimenti. Però nessuno si preoccupa di come stiamo andando”.