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* IL COMANDANTE CUCUMILE ESERCITA IL DIRITTO DI REPLICA SUGLI ARTICOLI DEI “PASS”

Pubblicato da in Articoli Toscanella · 3/2/2012 08:33:13

Un altro recente “errore” dell’amministrazione è sul foglio predisposto per l’ingresso di “pass” per le auto nel centro storico dove c’è scritto: 1 pass 10 euro, 2 passi 20 euro, 3 passi 40 euro. L’ironia è logicamente sulla forzata italianizzazione del plurale di un termine in inglese che teoricamente dovrebbe rimanere invariato.  “I passi sono come le ghirbe- conclude Baldo con pungente sarcasmo dialettale- siamo intorno allo stesso concetto: prego passi lei, no prego mi porghi una ghirba.. cose paesane insomma. Tre passi e ‘na ‘nginocchiata!”

Esercizio del diritto replica.

In relazione all’ironia diffusa da un articolo pubblicato sul Nuovo Corriere Viterbese e  rilanciata sul sito web www.toscanella.it tendente a stigmatizzare la forzata italianizzazione del plurale di un termine in inglese, “pass”, che teoricamente dovrebbe rimanere invariato, respingo al mittente l’eventualità che si tratti di un errore.
Non si comprende bene, infatti, a quale regola lessicale si alluda quando si sostiene che il termine passi costituirebbe un errore grammaticale, forzata italianizzazione del plurale della parola inglese pass.

La ricostruzione è tanto suggestiva quanto errata e non trova alcun conforto “lessicale”.
Teoricamente (e anche praticamente), infatti, esiste (e la circostanza è agevolmente verificabile mediante la mera consultazione di un qualsiasi dizionario della lingua italiana) il termine passi. Per rendere il medesimo concetto di autorizzazione si può indifferentemente utilizzare, quindi, sia il termine inglese pass (che per correttezza e proprio per richiamarne l’origine anglosassone viene riportato nel modulo di che trattasi in corsivo) e l’italiano passi.
Chiarita la possibilità di adoperare alternativamente i due termini, mal si comprende per quale ragione l’utilizzo della terminologia italiana venga disinvoltamente tacciato come “errore”.  

Inoltre, è bene rappresentare che la “Direttiva sulla semplificazione del linguaggio delle pubbliche Amministrazioni” presentata dal Ministro Mario Baccini in data 24 ottobre 2005” ha stabilito che la pubblica Amministrazione, nello scrivere un testo, deve avvalersi di alcune regole essenziali, tra cui, come riportato alla lettera c), quella sulla leggibilità. Ebbene, la leggibilità, prosegue la circolare, si fonda anche sul lessico per il quale è necessario evitare le parole straniere. Tanto chiarito, mentre il termine pass (nel modulo riportato in corsivo in quanto in lingua inglese) è invalso ormai nell’uso corrente e non può dare adito a dubbi sul suo significato, per la sua accezione plurale si è preferita la terminologia italiana al precipuo fine di agevolare l’utenza, in ossequio al tenore dalla circolare.

Sulle modalità di comunicazione delle pubbliche Amministrazioni si era già espressa, con pari tenore, la Direttiva del Ministero della Funzione pubblica, 7 febbraio 2002 evidenziando come vadano perseguiti e soddisfatti, a tal fine, i requisiti della chiarezza e semplicità del linguaggio.
Ironia della sorte: passi è un termine italiano, esiste per davvero e lo si trova, oltre che nel modulo predisposto dal Comando di Polizia Locale del Comune di Tuscania, anche nel vocabolario (della lingua italiana).
Nel formulare i miei migliori saluti, si rimane a disposizione per ulteriori approfondimenti.
F.to Magg. Pietro dott. CUCUMILE, Comandante del Corpo di Polizia locale di Tuscania




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