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IL COMITATO “ANTIPUZZA” PRONTO A DARE BATTAGLIA
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 11/09/2010 10:09:48
L’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DEL FONTANILE DELLE DONNE
TORNA PER L’ENNESIMA VOLTA AL CENTRO DELLE POLEMICHE LOCALI

Il cattivo odore che arriva dall’impianto di compostaggio del Fontanile delle Donne c’è e da fastidio a tanti cittadini. Sono mesi che il problema viene reiteratamente denunciato agli amministratori comunali, agli stessi imprenditori che gestiscono l’impianto di compostaggio e perfino alla caserma dei carabinieri.

Già da alcuni anni, per cercare di risolvere il problema della puzza, l’impresa che gestisce l’impianto ha provveduto ad utilizzare speciali deodoranti in grado se non altro di mitigare l’intensità del cattivo odore. Da alcune settimane si è costituito un comitato “Antipuzza” che vede tra i principali promotori molti di quanti risiedono o esercitano attività nei dintorni della località ove sorge l’impianto di compostaggio.

Il comitato ha deciso di promuovere una raccolta di firme tra i cittadini a sostegno di una petizione nella quale si chiede alle autorità preposte di porre fine al problema della puzza. La materia dell’inquinamento olfattivo però non è molto chiara. Nelle linee guida che il Ministero della Salute ha emanato in materia di inquinamento olfattivo si legge testualmente: “E’ importante sottolineare che la percezione di un odore è un segnale di un certo tipo di esposizione e ciò non significa che necessariamente ci sia il rischio di effetti avversi per la salute umana, a meno che vengano identificate le sostanze chimiche e sia nota la loro tossicità, questo perché il meccanismo coinvolto nella percezione di un odore non è correlato con i meccanismi coinvolti nella tossicità indotta da sostanze chimiche e nella cancerogenesi.

Il punto chiave è che una sostanza odorigena non deve necessariamente essere una sostanza tossica e che una sostanza tossica non è necessariamente odorosa, quindi non c’è un razionale per fare assunzioni sul rischio per la salute umana solo in base alla percezione di un odore”. Lo stesso Ministero della Salute però elenca tutta una serie di accorgimenti tecnici volti a ridurre la concentrazione e la diffusione di effluvi maleodoranti: “In caso di sistemi aperti si può richiedere l’utilizzo di apposite membrane semi-permeabili per ridurre la diffusione di odori e polveri, e proteggere la massa dalle piogge. Prevedere una distanza minima dalle abitazioni superiore ai 200-250 metri (raccomandazioni EPA) e almeno un chilometro dagli insediamenti più prossimi (derogabile per il compost verde), la distanza dovrà aumentare nel caso di sistemi di fermentazione aperti, se si lavorano grandi quantità, e con l’aumento delle dimensioni dei centri abitati”.

Considerato che il problema della puzza riguarda migliaia di comuni e territori, basti pensare alle grandi zone industriali del nord, agli allevamenti intensivi in Emilia Romagna, alle arre interessate da discariche e stoccaggi di rifiuti, c’è anche chi sostiene che è meglio sopportare qualche disagio causato dalla puzza piuttosto che mettere a rischio il posto di lavoro di quanti operano nell’impianto di compostaggio del Fontanile delle Donne.


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