RACCOLTO MAGRO PER I PRODUTTORI DI GRANO DURO
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 07/07/2010 11:13:33
Rese bassissime e prezzi che restano sui livelli minimi stanno caratterizzando l’inizio della stagione cerealicola 2010. Le operazioni di trebbiatura sono iniziate già da diversi giorni ed è possibile tracciare un primo bilancio statistico delle rese dei raccolti di grano duro.
“La media per ettaro si aggira tra i quindici ed i venti quintali – afferma un operatore del settore – non c’è peso specifico e l’umidità risulta molto elevata a causa delle erbe infestanti. In qualche modo ci aspettavamo un risultato poco incoraggiante visto l’andamento particolarmente avverso dal punto di vista meteorologico, ma quanto visto fino ad ora, supera le già negative previsioni. In alcune zone del territorio di Tuscania è andata leggermente meglio con rese che hanno toccato i venticinque quintali per ettaro ma si tratta di poche “eccellenze”, se così si può dire.
Questa in corso è una stagione da dimenticare, le piogge incessanti, durate ben oltre l’inizio della primavera hanno prima creato problemi alle operazioni di semina, rendendo particolarmente difficile l’esecuzione dei lavori a perfetta regola d’arte, poi hanno contribuito allo sviluppo abnorme delle erbe infestanti che anche in questa fase della raccolta hanno arrecato un forte danno alla produzione. Basti pensare che anche in quei pochi casi dove è stato fatto uso di erbicidi le abbondanti e durature piogge hanno permesso la ricrescita delle infestanti già diserbate”.
Quando ancora si poteva fare riferimento alla legge della domanda e dell’offerta, in un situazione come questa dell’annata agraria 2010, anche un neofita dell’economia, avrebbe affermato che la scarsità di prodotto sarebbe stata al meno in parte compensata da prezzi di vendita migliori. Ed invece stando alle prime quotazioni di mercato del grano duro appena prodotto i prezzi offerti dall’industria continuano a rimanere ben oltre sotto la soglia dei quindici euro.
Un dato che solo alcuni operatori ritengono che sarà rivisto al rialzo. “E’ vero che qualcosa sul fronte dei prezzi potrebbe evolvere in modo positivo – afferma un produttore di cereali – le quotazioni che giungono dal mercato globale lasciano sperare in un miglioramento della situazione.
E’ vero anche però che c’è ancora una quantità enorme di prodotto invenduto delle stagioni precedenti, che viene mantenuto nei silos con notevole aggravio dei costi per gli agricoltori, che per l’industria alimentare costituisce un forte alibi per giustificare offerte di prezzi bassissimi nelle trattative con i produttori di cereali”.
Analizzando in termini economici quanto sta accadendo in questa particolare contingenza al settore del grano duro, con la riduzione delle aree coltivate, i prezzi al minimo storico e la scarsa resa per ettaro della stagione in corso, può essere quantificato un danno per l’economia reale di Tuscania ben superiore ai quattro milioni di euro.
Una somma, considerando per intero il reinvestimento in loco di questi quattro milioni di euro, che corrisponde in termini assoluti ad un taglio del reddito delle 3.500 famiglie di Tuscania di oltre duemilacinquecento euro. Poco meno della metà del reddito annuale di una pensione corrisposta al trattamento minimo.