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FRANCESCA RAGOSA
Pubblicato da Valeria Sebastiani in L'Opinione • 05/11/2010 12:29:14
Festa dell'Unità d'i Italia, passata, chiusa come ogni anno dopo i festeggiamenti di rito. E pensare che a Tuscania questa festa potrebbe essere maggiormente sentita dalla popolazione. E' Nel paese infatti che visse Donato Ragosa, noto personaggio dell'Irredentismo Istriano, compagno di Guglielmo Oberdan, condannato a morte dagli austriaci per l'attentato contro Francesco II imperatore d'Austria.

Ragosa insieme al già citato Oberdan, a Nazario Sauro e Fabio Filzi, era nome di spicco di quella falange istriana che militò nella guerra d'indipendenza con la speranza di vedere l'Istria finalmente riunita alla madre patria, quella nuova Italia che stava ricomponendosi e nascendo. La storia di Ragosa inizia con l'attentato a Francesco Giuseppe.

Insieme al compagno Oberdan, Ragosa costruite due bombe Orsini partì per Trieste dove fervevano i preparativi per accogliere l'imperatore. Compito dei due sarebbe stato quello di sollevare la popolazione di Trieste e dell' Istria.

A Ronchi i due si divisero e la spedizione prese una piega infelice. Ragosa fallì nella sua missione e tornò in Italia mentre Oberdan, tradito, fu catturato e condotto nelle carceri prima di Monfalcone poi di Trieste. Il governo Austriaco dopo la cattura di Oberdan chiese l'estradizione di Ragosa ma non l'ottenne. Giudicato all'Assise di Udine, il patriota fu assolto. Donato Ragosa arrivò a Tuscania per amore, qui sposò infatti nel 1833 Francesca Pasquali ed esercitò fino alla morte sopraggiunta il 1 febbraio 1909, la professione di farmacista.

La moglie perpetuò il sentimento patriottico del marito arruolandosi come crocerossina nel 1915 durante il primo conflitto mondiale. Per la sua totale dedizione al lavoro, il 23 dicembre 1919, la Croce Rossa Italiana la propone al Ministero degli Interni per la medaglia d'argento al merito della Salute Pubblica,ma, per disguidi burocratici, le viene conferito solo un ''attestato''.

Di Donato Ragosa, a Tuscania, rimane la sepoltura nel cimitero comunale. Sulla sua lapide questa iscrizione: LA VIRTU' E L'ARDIRE CHE PER L'AMBITO RISCATTO DAL PAESE NATIO TENACEMENTE AVVINSERO L'ANIMO DI DONATO RAGOSA, MORTO A TUSCANIA A 52 ANNI, IL 1° FEBBRAIO 1909 INSEGNINO QUANTO DEBBA ESSERE SACRO IN PETTO ITALIANO IL SENTIMENTO DELLA PATRIA. Quella patria, Pola, che lo stesso Dante Alighieri definiva nella Divina Commedia come estremo confine orientale d'Italia, quello che nessun atto politico potrà mai distruggere.

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