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A MONTEBELLO PIOVE ZOLFO E SECCA PIANTE DA FRUTTO
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 23/03/2010 20:45:13
Un racconto che sembra la trama di un film di fantascienza tratto dal fumetto “L’Eternauta” sceneggiato da Héctor Oesterheld e disegnato da Francisco Solano Lopez che racconta di una misteriosa nevicata che in poche ore ha decimato l’intera popolazione di Buenos Aires.

La neve in realtà era un arma aliena radioattiva. A Montebello in località Casalino per fortuna le uniche vittime di una misteriosa caduta dal cielo di zolfo sono state solo piante di pesco e ulivi. “Alcuni mesi fa recandomi nel mio fondo agricolo a Montebello – racconta il proprietario del terreno – ho notato una coltre di polvere gialla sulla legna da ardere. Ho subito dedotto che si trattava di zolfo ma non riuscivo a capire come poteva essere finito sul mio terreno.

Adesso con la ripresa vegetativa delle piante ho avuto un’altra brutta sorpresa: si sono seccate decine di piante di pesche e olivi. Parlando con gli abitanti di Montebello ho appreso che anche in altre zone di questa località si sono verificati problemi analoghi. Abbiamo anche associato la coltre di zolfo con le emissioni delle centrali elettriche che sorgono sulla costa a poche decine di chilometri in linea d’aria da Montebello. Queste particelle sono cadute a terra con l’umidità”.

La pioggia di zolfo a Montebello sicuramente scaturisce dalle emissioni inquinanti dei poli energetici che sorgono a Civitavecchia e Montalto di Castro: “Non di rado guardando verso il mare è possibile vedere il cielo striato di un velo giallognolo – racconta l’agricoltore che ha subito danni alle colture – questo fenomeno lo possono osservare tutti ad occhio nudo non c’è bisogno di alcuno strumento di osservazione”.

Le polveri atmosferiche vengono comunemente definite con la sigla P.T.S., Particellato Totale Sospeso che comprende un insieme eterogeneo di particelle solide volatili, organiche ed inorganiche e di goccioline liquide sospese nell’aria con dimensioni comprese tra 0.005 e 100 micron e che possono presentare caratteristiche e composizioni chimiche variabili e correlate alla fonte di provenienza. La loro presenza nell’ambiente è legata a fonti naturali, come le eruzioni vulcaniche, ma più spesso deriva da diverse attività antropiche quali emissioni da centrali termiche, da inceneritori, da processi industriali in genere e da traffico.

Il possibile danno per l’organismo umano può derivare sia dalla tipologia propria della particella di per sé tossica oppure, più frequentemente, a seguito di sostanze su di esse depositatesi: in altre parole il particellato sospeso risulta, di fatto, il tramite che consente la penetrazione, nell’apparato respiratorio dell’uomo, di sostanze potenzialmente nocive.

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