Mi scrive Lachnantes un nome di fantasia, ma la lettera è firmata.
Questi cinghiali,nel Parco,sono ormai diventati più una calamità e gli agricoltori, oltre ai loro innumerevoli problemi, devono aggiungere anche questo
“Ho l’impressione che il PARCO di TUSCANIA non sia stato il frutto di un accurato progetto con ortodosse finalità ambientali come protezione di flora e fauna autoctona, con integrazione dello sviluppo economico del territorio per attività ricettivo turistiche e valorizzazione di prodotti caratteristici agricolo artigianali.
E’ stato istituito per non so quale disegno politico, con fondi insufficienti anche a coprire le spese dei danni prodotti dagli ungulati alle coltivazioni.
La regola fondamentale del parco è che non vi si devono immettere animali e piante alloctone, ma così a Tuscania non è stato. Il cinghiale maremmano è piccolo, poco prolifico,del peso di circa 70 Kg. , data la sua ormai rarità, se sviluppato nel nostro territorio ne sarebbe stata una peculiarità e con la piccola mole, danni limitati.
Invece sono presenti animali alloctoni provenienti dall’Europa orientale, pesanti circa 200 kg., molto più prolifici; arano campi appena seminati, rompono argini ai fossati e demoliscono opere murarie di sostegno terra per cercare tuberi e altro. Forse è il caso di provare a reinserire il nostro piccolo cinghiale e eliminare gli intrusi con sommo piacere dei cacciatori.”Lachnantes