DALI’ FUORI PERICOLO I CARABINIERI SULLE TRACCE DEL CECCHINO
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 15/05/2010 19:47:06
Dopo un difficile intervento chirurgico, Dalì, il cane colpito da un proiettile calibro 22 mentre si trovava con il proprietario Bruno Clementi nell quartiere ex Gescal, adesso è stato dichiarato furi pericolo dai medici della clinica veterinaria di Montalto di Castro.
Le lesioni causate allo stomaco e al fegato del cane di piccola taglia sono state ridotte e la funzionalità dei due organi tornerà normale entro trenta giorni. Intanto l’indagine dei carabinieri, anche se condotta nel massimo riserbo, sembra giunta a buon punto.
Dalle prime indiscrezioni sembra che il colpo sia partito da un altezza superiore ai tre metri, quindi molto probabilmente chi ha sparato si trovava o sulla rampa delle scale che conduce ai piani superiori della palazzina del lotto F di Via VI Febbraio ’71, oppure in una delle ampie terrazze prospicienti il luogo ove si trovavano Dalì, il suo proprietario ed il gruppo di amici. La notizia ha destato grande clamore in tutta la comunità perché è la prima volta che accade un fatto del genere.
“Chi ha sparato è sicuramente un incosciente – affermano molti cittadini – solo un pazzo o un bambino ancora incapace di comprendere la gravità del gesto che sta per compiere avrebbe potuto sparare ad un bersaglio così vicino ad altre persone”.
Pur non sottovalutando la gravità della sparo nei confronti di Dalì, la cosa che più colpisce nei commenti dei cittadini e la leggerezza con la quale il cecchino ha sottovalutato la possibilità di ferire gravemente degli esseri umani. “Per me si è trattato di una “bravata” messa in atto da qualche ragazzo – commenta uno dei residenti nel quartiere- adesso si trovano in commercio delle armi giocattolo che sparano anche “piombini” del calibro che ha colpito Dalì.
Non c’è bisogno del porto d’armi per acquistare una di queste armi, a torto considerate giocattolo. Da queste carabine o pistole se il proiettile raggiunge un bersaglio da distanza ravvicinata possono essere causati danni ancora più gravi di quelli provocati al cane del sig. Clementi”.