PRESTO ANCHE IL RECUPERO DELLA SORGENTE E DEL FONTANILE DI S. ANGELO
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Fiorenzo De Stefanis in
Corriere di Viterbo 08/01/2010 17:57:16
Con i fondi destinati alla Riserva Naturale, l’amministrazione provinciale ha inserito nello stesso progetto del potenziamento funzionale del depuratore anche i lavori finalizzati al ripristino dei collegamenti idraulici necessari per assicurare l’adduzione di acqua dalla fontanella della sorgente di sant’Angelo, la cui portata nel corso degli anni è diventata molto esigua se non addirittura, in alcuni mesi dell’anno, assente.
L’intervento prevede la verifica dell’integrità e l’eventuale ripristino della tubazione che collega la fontanella al pozzetto posto dietro al suggestivo muro di contenimento oltre ad interventi di drenaggio ed impermeabilizzazioni per favorire l’intercettazione di vene liquide disperse. A lavori ultimati sarà ripristinata la facciata del muro ritornando quindi alla originaria configurazione di stile neoclassico.
Ulteriori interventi riguardano, inoltre la pulizia generale, la pavimentazione dell’area che immette alla fontanella. Rispetto all’attuale pavimento in cemento, è prevista la posa in opera di lastre di peperino. Copertine di peperino saranno poste in opera sui “sedili” adiacenti al muro di nordovest e sul muretto che fiancheggia la strada di S. Angelo.
Questo intervento costituisce un positivo elemento di servizio anche ai progetti di fruizione dei percorsi che in parte sono stati attivati all’interno della riserva naturale. In questo modo gli escursionisti potranno rifornirsi d’acqua, particolarmente apprezzata per la sua qualità, e magari fermarsi in sosta nel suggestivo ambiente di Sant’Angelo, da dove è possibile ammirare un meraviglioso scorcio sulla valle del Maschiolo e del lato meno conosciuto del Colle di San Pietro.
Alla fontanella di Sant’ Angelo sono legati molti aneddoti frutto della fantasia popolare. Negli anni cinquanta ad esempio si attribuivano a quella sorgente proprietà terapeutiche per la cura delle malattie renali. Quanti avevano problemi di calcolosi attingevano l’acqua in copiosi recipienti per assicurarsi una scorta sufficiente ad essere bevuta per quaranta giorni, perché tale era il tempo minimo previsto dalla legenda popolare, per risultare guariti dalla malattia.