IL PROF. MASSIMO DE FRANCHI SCRIVE A PAOLO SENSI SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA E PROPONE
Caro Paolo,
hai scritto un bel progetto e alla fine devo dire che sei il primo ad aver cominciato a ragionare concretamente sul tema a Tuscania. Non era ancora stato presentato un progetto sul tema. L’ipotesi è lanciata e da questo bisogna partire. Io qui vorrei aggiungere al tuo progetto. Perché la differenziata è una raccolta dei rifiuti nuova e che si richiama ad un approccio specializzato.
Per questo bisogna spiegarla bene alle persone implicate nel nuovo metodo. Con un linguaggio che sia accessibile a tutti, anziani e giovani, donne e uomini. Infine lo scopo della raccolta differenziata deve puntare a riciclare i rifiuti separatamente. Poi a educare le persone affinché si riducano i rifiuti. Ed alla fine, ciò che non si può riciclare, si distrugge il resto, ma si parla del 5 – 7%.
Dunque la raccolta differenzia risponde ad un circolo virtuoso della valorizzazione del rifiuto. Già perché oggi il rifiuto ha addirittura un valore! E si, è il valore residuale di qualsiasi oggetto che è stato prodotto. Quando si compra un oggetto qualsiasi, il suo valore contiene una parte che é rappresentata dalla soddisfazione d’utilizzarlo e poi quando l’oggetto non ci soddisfa più, una parte costituita dalle materie prime che lo compongono. Per questo al mercato compriamo vestiti d’occasione, sacchetti di compost organico, che sono esempi di riciclaggio. Ma a casa con le magliette piene di buchi ne facciamo stracci per lavare il pavimento, con i bidoncini dell’olio ci mettiamo altro olio, ecc. ecc. Se il ciclo virtuoso lo applichiamo a tutti i rifiuti, otterremo il successo della raccolta differenziata. Ci sono molti librettini con molti dettagli sui destini di ogni tipo di rifiuto. Bisogna mettere in conto il costo d’una campagna di informazione con materiale casa per casa e prevedere riunioni di utenti per informare su come partecipare alla raccolta.
Certo che si sa cosa dividere immediatamente: il rifiuto umido dal rifiuto secco. E l’umido non si può mantenere in casa per molto tempo. Anzi, bisogna disfarsene tutti i giorni, senza eccezione! Non si può trattenere da venerdì sera i resti del pesce fino a lunedì mattino che ce la vengono a raccogliere. Ne si può aspettare tra martedì a giovedì che si raccolga. L’umido serve a produrre il concime per gli orti. Con i sacchetti della raccolta, si sa chi dà cosa.
Poi c’è la parte detta secca. Carta, plastica, vetro, alluminio, ferro e materiali ferrosi, legno, pile, e poi i rifiuti non distruttibili, come mobili ed elettrodomestici grandi. Poi ci sono tutti gli elettrodomestici che costa troppo ripararli, ma se riparati possono essere perfettamente rivenduti. Con la carta si produce carta. Con la plastica, bottiglie e altre plastiche, si fanno tutto ciò che si vuole, da galleggianti a piatti e bicchieri, a bidoni e recipienti e anche manichi di scopa ed altro. La plastica si ricicla sempre. Poi il vetro, che serve a fare altro vetro soffiato. Poi l’alluminio, che se venduto, vale molto, come i fili elettrici, il cui rame risulta essere un materiale molto pregiato. Non si parli dei prodotti di ferro, che sono fusi e poi ricostituiti. E poi e poi…
Certo a chi vendere i rifiuti riuniti, e chi si prende la briga di farlo? Nel progetto di Sensi, non si vede traccia di questo ragionamento. C’era un sistema CONAI, che credo esista ancora. Si organizzò con la legge Ronchi del 1997. Il sistema prevede sei Consorzi di filiera: Acciaio, Alluminio, Carta, Legno, Plastica. Poi bisogna trovare altre aziende che accettino i prodotti rifiutati. Perché il rifiuto è e resta un prodotto economico. Lo sono a Bari, 100% trattati, l’80% posti nei cassonetti ed il 20%. Lo fanno ad Oriolo Romano. Cominciamo dalle scuole e dal Centro Anziani.
Queste cose bisogna dirle agli “utenti”, cioè alle persone. Tant’è che nel Piano di gestione dei rifiuti della Provincia di Viterbo del 2002, si prevedeva circa 7.000€ per la composizione di libretti informativi ed altre pubblicità che ogni comune poteva prevedere di spendere. Ecco il triangolo d’intesa tra i tre parteners: Comuni, cittadini, imprese di raccolta dei rifiuti differenti.
Senza condivisione delle responsabilità, non c’è nessuna raccolta differenziata, non c’è presa di coscienza del fatto che dobbiamo avviarci lentamente ad una riduzione dei rifiuti, ad una riduzione dei consumi ed una spesa più mirata. Lo so che la gente non è d’accordo sul fare coscienza al momento dell’acquisto. Ma se non vogliamo finire sommersi dalla spazzatura, dobbiamo entrare in questo circolo virtuoso.
Poi c’è la raccolta in quanto tale. E la descrizione data da Paolo mi pare chiara. Si distribuiscono sacchetti di plastica e di carta, di colori differenti. Certo la raccolta qui appare insufficiente, deve essere tutti i giorni e anche il sabato e la domenica. Soprattutto se i cassonetti sono stati ritirati. La raccolta si deve fare con camioncini chiusi, per evitare che i rifiuti si spargano nell’aria, come succedeva con i camioncini quando si raccoglievano rifiuti di carta e vetro e plastica. Si devono accumulare i zone pulite e organizzare i diversi rifiuti. Poi si deve registrare chi da cosa. Sacchi devono essere pesati, affinché il valore ottenuto dalla vendita, si possa detrarre dalle tasse comunali di ciascuno, dato che il comune ne ottiene ricavi dalla vendita.
Forse il tutto costerà la metà del bilancio preventivo indicato.
Se vuoi un aiuto per la composizione del progetto e della condotta della realizzazione del progetto ..
Massimo de Franchi, Tuscania martedì 26 ottobre 2010.