Nella fervida attesa di calcistiche emozioni dal continente nero, il fine settimana è trascorso uggioso, noioso, piovoso. Il solito sotto processo e già incarcerato è stato promosso ministro , ma sono indagati anche un altro ex ministro ed un cardinale.
L'ex ministro si è comprato a poco 42 vani al centro di Roma, però accidenti, inquisire un cardinale; adesso Capezzone e quelli del pdl urleranno che la magistratura vuole processare anche Dio!
Quello che pare incomprensibile è la sottovalutazione che l'esecutivo in carica fa, di certi uomini di valore che sono portati al "fare" e quindi vicini al "popolo del fare", e che potrebbero essere nominati ministri per l'interesse generale. Mi riferisco a Sergio Cragnotti, Giampaolo Tarantini, Giampiero Fiorani, mentre per le quote rosa la più accreditata sembrerebbe Vanna Marchi.
Ma il personaggio contro cui si attua un ferreo ostracismo, un "fumus persecutionis" è Calisto Tanzi; uno che si è seduto anche nel prestigioso salotto di Mediobanca.
Uno che il ministro lo saprebbe fare benissimo,anche se molti lo vedrebbero meglio in un ruolo "super partes", tipo senatore a vita. In fin dei conti è nel costume italico, nazionale, l'uso e l'abuso del pubblico, del bene pubblico per scopi e fini privati: solo così si diventa autentici "servitori dello stato".
Queste pratiche sono nel nostro dna, nella nostra storia e tradizione almeno recente. Caio Giulio Cesare trionfatore in Gallia, ad Alexia, Munda e Farsalo, trafugò il tesoro di Roma dal tempio delle Vestali, durante la guerra civile contro Gneo Pompeo. Naturalmente con la promessa sacra di restituirlo.
Ma allora bisogna assegnare a lui, l'illustre titolo di capostipite del"popolo del fare"?Come dubbio storico, resterebbe solo da individuare chi coniò la famosa frase"se rubi poco vai in galera, se rubi tanto fai carriera".
LUIGI CARDARELLI