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AMIANTO: PARLA L’EX DELEGATO ALL’AMBIENTE PAOLO SENSI
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 07/11/2010 10:10:29


“HO LAVORATO PER RISOLVERE IL GRAVE PROBLEMA MA LE MIE PROPOSTE
GIACCIONO DA MESI NEI CASSETTI DELL’UFFICIO TECNICO COMUNALE”

FERMO IL PIANO CONCORDATO DA SENSI CON LA PROVINCIA


Paolo Sensi l’ex delegato all’ambiente della giunta Natali, interviene sul problema dell’ eternit sollevata nei giorni scorsi su questo giornale: “Nei mesi del mio mandato di delegato all’ambiente, la problematica eternit, vista la gravità per la popolazione, è stata più volte sottoposta all’attenzione di tutta l’amministrazione e a quella dell’ingegnere capo dell’ufficio tecnico. La Provincia dal 2007 si era attivata, su base di un finanziamento regionale, al recupero e smaltimento di tutto l’Eternit che a causa dell’evento calamitoso del 2007 era caduto a terra e costituiva quindi un pericolo per la salute di tutti i cittadini.

La metodologia adottata per il recupero era impostata sulla base delle segnalazioni che il comune, nei giorni seguenti la tromba d’aria, aveva raccolto. Quindi le ditte incaricate, su segnalazione dell’ufficio tecnico, a cui andava in seguito portata la documentazione da inviare agli uffici provinciali, recuperavano l’eternit presente nei vari siti.

Ad agosto del 2009 l’ufficio ambiente della Provincia di Viterbo chiese al comune di Tuscania di attivarsi al fine di poter utilizzare i rimanenti fondi nel capitolato di spesa per tale operazione. Recuperando tutte le richieste di smaltimento di Eternit insistenti sul nostro territorio ed ancora non evase dagli uffici, ritenni opportuno andare a stilare una graduatoria per lo smaltimento, in modo da poter eliminare la grave pericolosità alla salute che questo materiale apporta.

La mia proposta, più volte sottoposta alla maggioranza e all’ufficio tecnico, era quella di stilare tale graduatoria basandoci sulla quantità di eternit e sulla vicinanza alle abitazioni e/o centro abitato. Tale metodologia l’avevo reputata più idonea in quanto la pericolosità del materiale è direttamente proporzionale alle quantità ed alla vicinanza di questo al luogo abitato. E’ da sottolineare infine che con gli uffici provinciali, vista la pericolosità del materiale e la quantità ancora in loco nel territorio, avevamo pianificato di poter richiedere, all’esaurimento dei fondi regionali già stanziati, un altro aiuto per tale problematica.

La richiesta del Comune quindi sarebbe stata rafforzata da quella della Provincia in modo da avere un maggior peso presso gli uffici preposti della Regione. L’ufficio tecnico più volte sollecitato in via scritta sia dalla mia persona che dal dirigente provinciale non ha mai recepito la mia proposta ne tantomeno si è attivato per lo smaltimento di questo pericoloso materiale che ad oggi, come apprendo dall’esternazione dei cittadini, ancora permane nei siti colpiti dall’evento calamitoso.

Spero che al più presto si possa riprendere il lavoro interrotto nel 2009 e che si possa smaltire il materiale ancora oggi presente nelle aziende e nei siti in cui giace ormai da troppi anni. Per concludere e far comprendere la pericolosità, vorrei ricordare che l’eternit o cemento-aminato è un impasto di amianto tritato e cemento, ideato nel 1901 da Ludwing Hatschek. Si ritiene che, a causa di questo materiale, solo nella fabbrica di eternit di Casal Monferrato ci siano stati negli anni più di 1000 morti. Ma il rischio per la salute si ha quando negli ambienti di lavoro e vita, le fibre di cui è costituito l'eternit, restano sospese nell'aria in occasione di una frantumazione del materiale dovuta ad usura, a vibrazioni, a correnti d'aria, ed a urti. Le fibre di amianto triturate nell'eternit sono come una sorta di finissimi spilli che, una volta respirati, si fissano negli alveoli polmonari e possono procurare cancro ai polmoni e mesotelioni quindi l' esposizione a qualunque tipo di fibra ed a qualunque grado di concentrazione di amianto in aria va pertanto evitata. Le fibre e le particelle di piccole dimensioni di amianto liberate dall'eternit possono rimanere sospese in aria per lungo tempo ed essere trasportate dal vento e dall'acqua per grandi distanze prima di depositarsi.

A differenza di altri inquinanti come i pesticidi o gli idrocarburi, la fibra di amianto non può spostarsi all'interno del suolo e non essendo solubile in acqua non va in contro a processi di degradazione, per questo una volta dispersa nell'ambiente, tenderà a rimanervi, pressoché inalterata per tempi molto lunghi”.



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