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ISTITUTO COMPRENSIVO: BILANCIO PIÙ CHE POSITIVO PER L’ATTIVITÀ LABORATORIALE
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 09/06/2010 21:19:41
Anche questo anno scolastico l’istituto comprensivo Ildovaldo Ridolfi di Tuscania sotto la guida attenta della Dirigente Concetta Catalano che sempre ha dato una importanza fondamentale alla musica e al teatro per l’educazione dei suoi studenti, ha visto portare a termine tre laboratori teatrali. Uno per la scuola primaria e due per la scuola secondaria di primo grado.

I ragazzi della scuola primaria sono partiti da una filastrocca per costruire un testo sul quale lavorare nel laboratorio teatrale , per dire che la vita è ritmo, è suono senza i quali perdiamo la possibilità di vibrare e di sentire insieme al mondo e insieme lottare, perché a tutti è dato di esprimersi.

Gli alunni guidati dalla esperta esterna Mozzetta Maria Elena e con la collaborazione delle docenti Serena Calabrò, Eugenia Cascianelli e Marisa Biancucci e con il supporto di Paola Melchiorri sono partiti da una domanda: che mondo sarebbe un mondo senza suoni? E chi potrebbe ridare al mondo i suoni? E come potrebbe avvenire tutto ciò?

Questo il tema del testo da una bella e divertente filastrocca di Gianni Rodari che ha come protagonista un mago, un mago cattivo di nome Urluberlù che con una spugna magica cancella ...i suoni delle voci dei folletti filastroccofili amanti delle parole in rima, degli uccellini, del vento e della pioggia.

Ogni musica finisce. Tutti i ritmi e i suoni del mondo vengono cancellati. Ma i giorni e le notti non possono trascorrere nel silenzio. Per risolvere il grave problema ci vuole l’intervento di Mastro Mazort che ama divertirsi con la musica come fanno i bambini, ballano e cantando...in una atmosfera quasi circense. I ragazzi della scuola secondaria di primo grado invece sono protagonisti di due laboratori, Uno sulla Odissea nato in seno alle lezioni di epica della docente di lettere Riccioni Antonietta.

I ragazzi hanno estrapolato e rivisitato i momenti più forti vissuti da Ulisse e li hanno messi in scena ponendosi dentro i panni di marinai compagni di Nessuno, un Nessuno forte, innamorato, impaurito e audace. In scena soli con il proprio corpo e la propria voce. Il secondo laboratorio invece giunge al fine dopo due anni di lavoro ed è basato sull’idea che il male dei nostri tempi è la fretta: fretta che attanaglia i genitori e i figli, fretta che non permette più a nessuno di sedersi sul ciglio del letto per raccontare ai propri figli “c’era una volta....”. Lo spettacolo è stato scritto dalla operatrice teatrale Elena Mozzetta insieme ai ragazzi ed è stato pensato come una “forma sonata” con i suoi tempi e i suoi andamenti ritmici. In scena piccoli oggetti simbolici di colore rosso in uno spazio di voci e corpi bianchi e neri.

I ragazzi si sono inoltre avvalsi della collaborazione della docente di matematica Paola Cardarelli che ha seguito il lavoro nella sua evoluzione biennale.

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