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IL CASO CICCIOLI E’ SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG?
Pubblicato da Fiorenzo De Stefanis in Corriere di Viterbo • 02/10/2010 08:46:46
La maggioranza perde pezzi? Sono vere le affermazioni della minoranza oppure ha ragione il sindaco Natali quando asserisce che non esiste nessun caso politico? Come è facile immaginare e come i cittadini hanno troppo spesso verificato nelle questioni della politica locale la chiarezza e la verità a Tuscania possono essere considerate un opzional.

Come stanno veramente le cose all’interno della maggioranza è difficile saperlo, non tanto per il linguaggio “dico e non dico” che viene usato dai diretti interessati, quanto invece per la totale assenza dei centri di decisione politica. Tutto il personale politico risponde solo ed unicamente a stesso. I partiti, i circoli, le sezioni, i club non esistono più e se esistono vengono attivati solo nei periodi delle campagne elettorali e dei congressi e per il PD anche per lo svolgimento delle primarie.

Mancando questa fase del confronto e del dibattito di base, le posizioni dei consiglieri comunali sono e restano personali, quindi largamente soggette a ripiegamenti, revisioni, aggiustamenti e non di rado ribaltamenti a 180°. L’abbandono dell’aula del presidente del consiglio comunale Franco Ciccioli rappresenta un fatto grave perché motivata ufficialmente e pubblicamente dall’assenza di collegialità all’interno della maggioranza: “Avevamo chiesto al sindaco quando è tornato dalle vacanze- rende pubblico Franco Ciccioli - di avere spiegazioni sulle prossime riunioni in particolare riguardo al bilancio. A chiederlo sono stato io, insieme ad altri consiglieri di maggioranza, come Maccarri, Ezio Brachetti e in particolare Fusco. Come risposta il sindaco ha promesso che questo sarebbe avvenuto. Poi è passato del tempo, senza che la situazione migliorasse, è ho personalmente richiesto la stessa cosa, una riunione della maggioranza in cui potevamo essere informati di ciò che succede. Quindi non avendo nuovamente ricevute risposte adeguate, ho preso la decisione di abbandonare il consiglio comunale, perché non posso partecipare, così come altri consiglieri di maggioranza, solamente per alzare la mano. Di queste variazioni di bilancio, non so di quali soldi si tratta, perché vengono spostati e da dove, magari quelle scelte fatte da loro sono giuste, ma la mia è una questione di principio, non posso accettare passivamente cose di cui sono all'oscuro”.

In altri tempi sarebbe stata la politica a fare chiarezza, si sarebbero riuniti i direttivi dei partiti di maggioranza che avrebbero deciso subito cosa fare: discutere e mediare oppure rompere definitivamente con il consigliere “ribelle”.

L’anomalia tuscanese, della politica senza partiti, con l’affermazione alle ultime elezioni comunali della lista ufficiale del Pdl sembrava terminata. Quanto è avvenuto in consiglio comunale martedì scorso sembra invece riaprire le porte della babele politica, degli eletti che rispondono solo a loro stessi molte volte disposti solo al dialogo tra sordi.


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